Il mercato nero del vino in Inghilterra si aggira tra 350 e 700 milioni di sterline, per un volume che oscilla tra 90 e 180 milioni di litri. Sono questi i dati a cui è giunto per la prima volta l’Hmrc, l’ufficio imposte e dogane del regno, che ha ricavato il gap tra tasse incassate dalla vendita di vino (accise e Iva) e volume/valore effettivo di quello che viene consumato ogni anno. Nel 2011/12, a fronte di un mercato stimato a 16 milioni di ettolitri per un valore di imposte incassate di 6 miliardi di sterline, quello che manca in termini di imposte non incassate oscilla tra una forchetta minina di 350 milioni di sterline e una massima di 700, ovvero tra il 6% e l’11% del totale.
C’è da dire che, come sottolinea la stessa Hmrc, l’incidenza del mercato illegale è andata sensibilmente decrescendo rispetto al 2008, il cui valore è fissato al 15% di forchetta massima, pari a 820 milioni di sterline, con il record raggiunto nel 2010/11, quando si sarebbe superato il miliardo di sterline (il 18% del totale).
“Le frodi sono un’area di grande preoccupazione per i nostri membri – ha sottolineato Miles Beale, Chief Executive della Wine and Spirit Trade Association – in quanto non solo minano la competitività di chi fa business in maniera legittima, ma rappresenta un costo vitale per il governo e per chi paga le tasse in questo Paese. La WSTA esaminerà accuratamente questi dati, per cercarne insieme al Governo le ragioni e soprattutto per capire se l’alcohol duty escalator non abbia qualche nesso in questo, al fine di trovare soluzioni che supportino i legittimi commerci, a difesa soprattutto dei consumatori. Non dimentichiamo che i prodotti illegali spesso possono avere rischi per la salute delle persone”.
Devi essere connesso per inviare un commento.