Tirando le somme la vendemmia australiana del 2013 ha portato in cantina circa 1,83 milioni di tonnellate d’uva. Si tratta del 10% in più rispetto allo scorso anno e ben di più della media delle ultime sei stagioni. Tutti contenti? Sembra di no, viste le preoccupazioni espresse dal board della WFA, la Winemaker’s Federation of Australia, attraverso un comunicato stampa che accompagna il Vintage Report 2013.
Secondo Paul Evans, ceo di WFA, infatti, il consistente raccolto avrà conseguenze sulla crescita delle scorte e sulle esportazioni di sfuso. I prezzi dell’uva sono cresciuti del 9% ma questa tendenza potrebbe essere difficile da sostenere durante la prossima vendemmia vista la risposta del mercato a un raccolto 2013 più consistente del previsto e ai livelli di attesi.
Il Presidente della WFA, Tony D’Aloisio, ha invece affermato che la crescita del raccolto 2013 non è stata accompagnata da una crescita della domanda di vino australiano. Se, infatti, la recente diminuzione del dollaro australiano è positiva e una crescita delle scorte può essere favorevole alle esportazioni di sfuso sul lungo periodo, una ripresa relativa alle perdite in volume nei mercati internazionali a prezzi remunerativi è possibile solo attraverso uno sforzo congiunto dell’industria del vino su diversi fronti: a livello internazionale – prosegue D’Aloisio – ci si deve impegnare di nuovo con i consumatori, i distributori e i controllori del settore nei principali mercati d’esportazione; a livello interno invece è necessario migliorare i margini di guadagno in un mercato al dettaglio altamente consolidato, anticipando le tendenze di consumo e riconquistare quote sul vino importato.
A questo scopo la WFA sta redigendo uno studio, che sarà pubblicato nel mese di agosto, sulle strategie da adottare per sostenere la ripresa del settore e una maggiore redditività.
Vediamo nel dettaglio i dati della vendemmia australiana 2013.
Come già detto, sono state raccolte circa 1,83 milioni di tonnellate d’uve, il 10% in più del 2012 (170mila tonnellate) per il raccolto più grande dal 2008. Sorpassata, considerevolmente, anche la media degli ultimi sei anni: 1,73 milioni di tonnellate.
La crescita del vendemmiato è da attribuirsi soprattutto alle favorevoli condizioni atmosferiche della stagione e alla sufficiente disponibilità d’acqua per l’irrigazione dei vigneti. Il caldo e la siccità nelle regioni interne (secondo l’Istituto australiano di meteorologia quella passata è stata l’estate più calda mai registrata e una delle più secche) non hanno compromesso quantità e qualità.
Tra le varietà vi è stata una crescita del raccolto, rispetto al 2012, sia per le uve a bacca bianca (+7%) sia, e più consistente, per quelle a bacca rossa (+14%). Non vi è stato nessun cambiamento nella top ten per quantità delle varietà e nessuno scambio di posizione. Al primo posto quantità vendemmiate troviamo lo Syrah seguito da Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Merlot, Sauvignon Blanc, Semillon, Muscat Gordo Blanco, Colombard, Pinot Gris e Pinot Grigio, Pinot Nero.
Tra i vitigni rossi quello che cresce di più a livello percentuale sul 2012 è il Tempranillo (+70% circa) mentre tra i bianchi il Muscat Blanc (+110% circa). Perdono invece quota, in modo significativo, il Dolcetto (bacca rossa) , -38% circa, e i Doradillo (bacca bianca), -50% circa.
Ricordiamo che l’industria vitivinicola australiana è composta da un piccolo numero di grandi produttori e una grande quantità di piccoli. Nel raccolto 2013 coloro che producono oltre 10mila tonnellate d’uva hanno contato per l’86% nel vendemmiato totale mentre i piccoli, produzione inferiore alle 500 tonnellate, per il 7%.
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