IBIS World Australia ha nei giorni scorsi rilasciato un comunicato stampa relativo al consumo di alcolici nel Commonwealth australiano.
Tra 2012 e 2013 la spesa in bevande alcoliche è prevista in oltre 33 miliardi di dollari e, sebbene i consumi siano previsti in calo per quest’anno, la tendenza generale vedrà crescere nel tempo le bevande “premium”, e il vino in particolare, a scapito della birra.
Il consumo di alcolici 2012 raggiungerà probabilmente il picco più basso del decennio attestandosi a 9,8 litri pro capite (-2,4% rispetto al 2011, mentre il picco positivo risale al 2006-07 quando ogni australiano beveva alcolici per 10,6 litri).
Dei 33,1 miliardi di dollari previsti per questo mercato, ben 15,9 saranno spesi in bar o pub mentre i restanti 17,2 andranno nelle vendite al dettaglio. Si prevede inoltre che il settore on-premise crescerà nel 2012-13 del 2,6% sullo scorso anno e varrà per quasi la metà delle spese in alcolici (47,6%).
Positive le previsioni sul lungo periodo: nei prossimi 5 anni, suggerisce infatti Karen Dobie, manager di IBIS World Australia, si stima che il mercato australiano degli alcolici avrà una performance positiva del 20,5% tanto da arrivare per il 2017-2018 a 39,9 miliardi di dollari. Questa crescita sarà trainata soprattutto dall’aumento dei prezzi e dalla preferenza per le bevande “premium”a scapito della birra: bevanda per la quale i consumi sono in caduta, -15% negli ultimi dieci anni. La birra è ancora l’alcolico più bevuto, ma conta oggi per il solo 37,1% in valore nel mercato australiano degli alcolici; il vino, al contrario, guadagna spazio e si attesta al 25,3% dei consumi. Nei prossimi anni si procederà probabilmente sulla stessa strada con la birra attesa al 32,5% del consumi d’alcolici nel 2017-18 (con un tasso di crescita annuale composto, CARG, del-2,6%), il vino al 29,6% (CARG: +3,2%); buone anche le previsioni di crescita del sidro, con un tasso di crescita CARG del +13%, per arrivare al 12,9% dei consumi tra 5 anni.
L’Australia dunque, insieme al Canada, altro paese dove il vino guadagna quote (ne abbiamo parlato qui), si distingue, nel concorso birra vs vino, da altri importanti mercati: negli Stati Uniti, ad esempio, secondo Gallup nel 2011 (ne abbiamo parlato qui) si è allargato il divario tra vino e birra a favore di quest’ultima, e anche per l’Italia l’Istat ha registrato per lo scorso anno (ne abbiamo parlato qui) tassi di crescita per la birra superiori a quelli del vino.
I bianchi sono, e restano, in Australia i più popolari tra i vini, contando per il 68% in questa categoria, grazie soprattutto alle donne. Anche i rossi crescono in popolarità e oggi contano per il 31% nei consumi di vino quando invece nel 1997-98 valevano per il solo 24%.
FEB
Devi essere connesso per inviare un commento.