Sembra che l’”energia” prodotta da uno sciame d’api possa avere effetti particolarmente positivi sull’invecchiamento del vino. Lo suggerisce un’innovativa ricerca effettuata da due Master of Wine, l’apicoltore Neil Tully e l’enologo Justin Howard-Sneyd. Questi hanno provato a confrontare il grado di invecchiamento di un vino prodotto nel sud della Francia in diverse condizioni : quella classica di cantina, all’interno di un termitaio e all’interno di un alveare.
Ad un anno dalla collocazione delle bottiglie, l’assaggio ha dato esiti particolarmente interessanti e “stupefacenti”, a detta dei due MW. Il vino che era stato collocato nell’alveare ha raggiunto una morbidezza e un grado di maturazione più avanzato rispetto a quello conservato in cantina e nel termitaio. Se termitaio e alveare hanno entrambi garantito una temperatura costante e particolarmente alta, la casa delle api ha avuto un influsso positivo maggiore sul vino, probabilmente in funzione delle vibrazioni costanti prodotte dal volo degli insetti produttori del miele.
L’innovativa tecnica di maturazione è stata già brevettata, con il nome ‘Bee-o-dynamics’ (con evidente riferimento alla biodinamica steineriana); prosegue ora la sperimentazione su altre tipologie di vino, in collaborazione anche con uno dei più importanti apicoltori americani.
Il primo, costoso, vino realizzato con questa tecnica e che entrerà in commercio proprio questo mese di aprile è il Domaine of the Bee ‘Hum Mani Padme Hum’ 2012…il prezzo: 833 sterline a bottiglia.
FEB
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