Già oggetto di dibattito da diversi anni, ed in particolare dalla trasformazione in legge nel novembre 2016 delle della Proposition 64 che ha consentito la coltivazione, il possesso ed il consumo di marijuana a scopo ricreativo in California, la “guerra” tra viticoltori e produttori di cannabis torna a fare discutere in California. Della questione ha parlato nei giorni scorsi sulle pagine di notizie del portale wine-searcher.com, la giornalista statunitense Kathleen Willcox. Da un lato vi sono i viticoltori che vedono sottrarre alla vite terreno e manodopera e dall’altro i produttori di marijuana che via via incrementano la produzione e le dimensioni delle aziende. Com’è noto non in tutte le Contee dello Stato è possibile produrre cannabis: Napa ad esempio ne ha vietato la produzione, mentre a Sonoma County vi sono rigide limitazioni alle dimensioni degli impianti e al loro posizionamento sul territorio (regole tra l’altro ora in fase di revisione); così avviene anche nella contea di Humboldt ed in quella di Santa Barbara, dove però esistono le più grandi coltivazioni di marijuana (legali) al mondo. Sebbene infatti la Proposition 64 proibisca fino al 2023 la coltivazione di cannabis su di una superficie superiore ad un acro (0,40 ha), concedendo per il momento licenze limitate a questa superficie, vi sono casi in cui utilizzando la “scappatoia” delle licenze multiple su di uno stesso appezzamento (accumulo di licenze per la coltivazione di un acro) si arriva a coltivazioni di estensione decine di volte superiore. Kathleen Willcox racconta, ad esempio, che nel mese di aprile la Santa Barbara County Planning Commission ha concesso licenze ad un produttore per la coltivazione di marijuana su di una superficie di oltre trenta ettari. Ad oggi nella contea di Santa Barbara sono in essere ben 1133 licenze, per un totale di 260 acri coltivati a cannabis (si tratta di circa 105 ettari). La larga concessione di tali licenze trova ragioni anche fiscali, per il fatto che gli introiti per il tesoro derivanti dalla coltivazione della marijuana sono maggiori di quelli derivanti dalla produzione di uva.
A tutto questo, spazio e tasse, si aggiunge il fatto che molti produttori di vino lamentano il fatto che l’odore che giunge dalle coltivazioni di cannabis influisce nell’esperienza delle degustazioni dei vini nelle cantine. Vi sono poi diversi dubbi sui potenziali effetti sul sapore dell’uva dei composti volatili (terpeni) che si diffondono nell’aria dalle coltivazioni di cannabis; la questione non è stata ancora compiutamente studiata: sono tuttavia in corso ricerche in merito presso UC Davis.
FEB