Per il terzo anno consecutivo, il consumo di bevande alcoliche negli Stati Uniti d’America porta il segno meno. Il calo del 2018 vs 2017 è da attribuirsi soprattutto ed ancora una volta alla diminuzione dei consumi di birra, visto che quelli di vino e superalcolici sono cresciuti. Ecco di seguito i dati primi dati provvisori sul mercato 2018 proposti a questo proposito da IWSR nel suo anticipo di gennaio dell’edizione 2019 del suo US Beverage Alcohol Review (US BAR).
Il volume totale di bevande alcoliche consumate negli Usa nel 2018 è stimabile oggi in via preliminare in 3,345 miliardi di casse da nove litri, che equivalgono allo 0,8% in meno rispetto ai consumi 2017 (anno in cui i volumi erano diminuiti dello 0,7% sul 2016, noi ne avevamo parlato qui).
In particolare, sono stabili i consumi di vino (+0,4%) e crescono a piccoli passi quelli di superalcolici (+1,9%), mentre la birra continua a perdere: -1,5% vs 2017, per un consumo totale stimato in 2,62 miliardi di casse. La birra conta oggi per 78,3% del volume dei consumi di bevande alcoliche negli Stati Uniti (era il 79,9% nel 2017); rimane tuttavia un discreto l’interesse per la birra artigianale, il cui consumo è cresciuto del 4,7%.
Per il vino, quello chiusosi a dicembre è comunque, bene o male, il 24° anno consecutivo di crescita dei consumi. A ciò contribuisce, secondo IWSR, anche la vivacità dell’industria locale, che oggi conta 13.000 produttori, numero cresciuto di quasi 1000 unità nel corso del 2018. Il vino fermo conta per l’87,3% nella torta dei consumi di vino.
Consumi totali di superalcolici per 230,2 casse da nove litri nel 2018; il whisky cresce del +4,1%, la tequila del +8,5%, il cognac/Armagnac del + 5,6%, ed il brandy + 1,7%; il Mescal è il distillato che ha fatto segnare il maggior aumento dei consumi. +32% sul 2017, per un consumo totale registrato in 261.000 casse da 9 litri.
FEB
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