Come cambieranno il nostro Paese, il contesto agricolo e il sistema vitivinicolo se riusciremo a vincere la sfida proposta dal Recovery plan? Otto miliardi di euro per una strada da fare, insieme (e di corsa). Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha risposto sulla questione a Giulio Somma, Direttore de Il Corriere Vinicolo, in un’intervista intervista “inconsueta”, perché costruita a partire da domande raccolte tra gli imprenditori dell’industria vitivinicola, quesiti e dubbi che quasi mai trovano voce (e risposte) sui media.
“Nel bicchiere” dunque: transizione ecologica e digitale, rapporto (e responsabilità) tra imprenditori e pubblica amministrazione, investimenti pubblici e privati, supporto alle imprese e opportunità di sviluppo…
G.S.: Cosa e come cambierà la vita e il lavoro di un imprenditore vitivinicolo se si riuscirà a mettere in atto tutte le riforme strutturali previste nel settore agricolo dal Pnrr?
Gli elementi chiave del Pnrr per il settore agricolo sono ormai noti come anche le misure: 8 miliardi di euro tra stanziamenti diretti e progetti condivisi con gli altri Ministeri e la programmazione complementare che prevede 1,2 miliardi di euro per programmi di investimento tramite i contratti di filiera. L’impegno del Mipaaf e mio personale, è quello di assistere e supportare gli imprenditori all’interno di un percorso condiviso e inclusivo tra Istituzioni, operatori economici e rappresentanze sociali. Le nuove tecnologie possono dare un vero e proprio slancio al lavoro dell’imprenditore agricolo, sia in termini di capacità produttiva che di qualità del prodotto avendo sempre come faro la sostenibilità ambientale ed economica e l’ottimizzazione delle risorse scarse e non rinnovabili. Se gli imprenditori vitivinicoli riusciranno a coniugare sostenibilità e innovazione sarà possibile consolidare la produzione, accrescere il primato produttivo italiano del vino e renderlo sempre più competitivo sui mercati internazionali.In questa direzione va l’Agricoltura 5.0. L’agricoltura è probabilmente il terreno più fertile per declinare la transizione ecologica che deve essere realizzata con tempi e modi certi come chiede il mondo produttivo e imprenditoriale. Con il Pnrr potremo creare nuove infrastrutture e migliorare quelle esistenti con investimenti mirati sulle reti e sui sistemi irrigui agricoli, promuovere le rinnovabili per sostenere le unità di autoproduzione elettrica di piccole dimensioni, fino alla riqualificazione culturale e turistica dei territori rurali, il sostegno all’attrattività dei borghi, la tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale. Dobbiamo lavorare a 360°. Il futuro dell’agricoltura passa attraverso un combinato di fattori che se giustamente colto può dar vita a quello slancio che tutti ci aspettiamo avverrà nei prossimi anni.
L’intervista integrale è stata pubblicata sul n.21/2021 del settimanale dell’Unione Italiana Vini, disponibile sulla pagina web https://corrierevinicolo.unioneitalianavini.it/corriere-vinicolo-il-giornale-in-pdf/