La Fédération des Exportateurs de Vins & Spiritueux de France (FEVS) ha rilasciato il 12 febbraio dati sulle esportazioni 2019 di vino e superalcoli dalla Francia, commentandoli nel contesto del mercato internazionale. Queste spedizioni sono cresciute lo scorso anno del 5,9% su quello precedente, fino a raggiungere il valore di 14 miliardi di euro. Allo stesso tempo la bilancia commerciale di settore si ferma su 12,7 miliardi di euro, +8,5% vs 2018. Nel dettaglio, le esportazioni di vino hanno raggiunto un valore di 9,3 miliardi di euro (+4,4%) e 139 milioni di casse (+0,7%), quelle di superalcolici 4,7 miliardi di euro (+8,8%), rimanendo però sostanzialmente ferme in termini di volume (53 milioni di casse).
Risultati questi certamente positivi ma che – così ha suggerito Antoine Leccia, Presidente della FEVS – non devono essere mal interpretati perché condizionati dalla situazione politica internazionale e dalle tensioni commerciali.
Ciò è particolarmente evidente se si guarda agli scambi con gli Stati Uniti d’America, sviluppatisi in volume del 5,5% e in valore del 16% vs 2018, fino a totalizzare 3,7 miliardi di euro; un risultato effetto di un promettente primo semestre a seguito del quale le spedizioni francesi sono aumentate principalmente in funzione dei rifornimenti anticipati messi in atto dagli operatori nel clima d’incertezze e di possibili ritorsioni fiscali derivanti dalla crisi transatlantica legata al settore aerospaziale e alla digital tax francese; gli scambi sono poi diminuiti proprio a partire dal 18 ottobre 2019 con l’entrata in vigore dei dazi addizionali del 25% voluti da Trump. Nell’ultimo trimestre 2019, le spedizioni di vino fermo in bottiglia dalla Francia agli USA si sono contratte del 17,6%, per una perdita di fatturato di circa 40 milioni di euro.
Anche l’incertezza della Brexit ha condizionato l’andamento delle esportazioni: l’export francese di vino e superalcolici verso l’UK si è, infatti, incrementato del 4,4% nel 2019, fino al valore di 1,4 miliardi di euro. In totale le spedizioni francesi di settore verso paesi dell’UE valgono nel 2019 sono cresciute del 3,8% fino a 4,7 miliardi.
Il rallentamento dell’economia cinese, e le tensioni politiche Pechino – Hong Kong, hanno poi influito negativamente sugli scambi con la zona Cina – Hong Kong – Singapore, portando un assottigliamento del 3,1% del giro d’affari. In particolare si sono contratte del 16% in volume e dell’8% in valore le importazioni cinesi di vino francese, anche per effetto della forte concorrenza dei vini australiani e cileni, che ora godono di vantaggiosi trattatati di libero scambio con la Cina e dunque tariffe zero; positivo invece il trend del commercio di superalcolici e Cognac verso quest’area: +3% vs 2018.
Il contesto internazionale dunque – ha dichiarato ancora il presidente della FEVS – crea una situazione di alto rischio proprio sui primi tre mercati dell’export francese di vino e superalcolici. Stati Uniti, Regno Unito e Cina rappresentano da soli il 50% delle vendite complessive. La situazione più preoccupante e più urgente è comunque secondo Leccia quella relativa agli Stati Uniti, che porterà a conseguenze di lungo termine sia sugli operatori commerciali che, più in generale, su 500.000 stakeholder dell’industria vinicola.
FEB