Le tensioni geopolitiche internazionali e l’effetto di questa anche sull’aumento dei prezzi dell’energia (in proposito si vedano anche i servizi susseguitisi a marzo su Il Corriere Vinicolo)
cominciano a ripercuotersi anche sulla fase dell’imbottigliamento nel processo di produzione commercializzazione del vino.
Come riportato nei giorni scorsi da Vitisphere – complice anche il forte aumento della domanda arrivato nel post-Covid – in Francia i prezzi delle bottiglie, delle casse e delle scatole per il confezionamento del vino sono alle stelle. In particolare da parte dell’industria del vetro si accusa il fatto che l’aumento dei costi energetici ha conseguenze sui prezzi di listino e – così ha dichiarato Jacques Bordat, presidente della Fédération des Industries du Verre – non si sa ora come la situazione potrebbe evolversi nel prossimo futuro. Dal primo aprile scorso il costo delle bottiglie sarebbe aumentato tra il 10 e il 20% e alcune vetrerie in Spagna avrebbero addirittura fermato la produzione.
All’aumento dei prezzi si accompagna una scarsa disponibilità dei prodotti, così – leggiamo ancora da Vitisphere – alcuni produttori del sud della Francia starebbero rimandando le operazioni d’imbottigliamento per la mancanza appunto di vetro, etichette e capsule.
Notizia non strettamente collegata a quanto detto ma sicuramente significativa in questo momento storico, il fatto che Moët Hennessy ha presentato un rosato Côtes de Provence Rosé, second vin prodotto nella tenuta Château Galoupet, che verrà venduto anche in una (lussuosa) bottiglia piatta in plastica riciclata, con un prezzo al dettaglio di oltre 50 euro! Si tratta di una bottiglia del peso di circa 63 grammi, e quindi quasi dieci volte più leggera di una bottiglia standard che, grazie alla sua forma appiattita, occupa uno spazio del 40% inferiore rispetto al formato circolare, con evidenti risparmi in fase di imballaggio e di trasporto.
FEB