A partire dall’inizio di ottobre è cominciato in Giappone un percorso di riforma della liquor tax , teso a raggiungere entro il 2026 un equilibrio nel peso fiscale incidente sul prezzo al consumo delle bevande alcoliche per categoria.
L’equilibrio si attuerà in seguito a diversi step, fino al raggiungimento di una stessa aliquota per vino e sakè ed una stessa aliquota per le birre (oggi fiscalmente suddivise in tre diverse categorie a seconda del contenuto di malto),
Come riportato da Mari Yasuda su Vino Joy, fino a fine settembre sul sakè incideva una tassa di 120 yen/litro (circa 0,96 euro/litro), tassa che era per il vino di 80 yen/litro. A partire dal primo ottobre 2020 (prima fase del processo di adeguamento) la tassa sul sakè è stata ridimensionata a 110 yen/litro e quella sul vino aumentata a 90 yen/litro. Entro l’ottobre 2023 si arriverà ad un’unica quota parte sia per i sakè che per il vino: 100 yen/litro. Se è previsto che l’impatto di questa novità sul mercato del sakè e su quello dei vini di fascia di prezzo media e alta sarà per il momento marginale, cosa diversa avverrà per il mercato dei vini economici, che saranno più penalizzati dall’aumento dell’imposta. Si tenga presente inoltre che a questa tassa al consumo, per i vini d’importazione si aggiunge quella doganale.
Simile riforma nella tassazione delle birre. Il Japanese Liquor Tax Act le suddivide in tre categorie: birra, birra a basso contenuto di malto, bevande simili alla birra. Ognuna di queste tipologie era diversamente tassata fino ad oggi. Nel processo di tensione all’equilibrio si arriverà entro il 2026 ad una stessa quota parte di 155 yen/litro.
FEB