L’esigua produzione vitivinicola locale e la recente adesione all’accordo commerciale già esistente tra Colombia e Perù con l’UE hanno rappresentato per l’Ecuador le condizioni ideali per lo sviluppo di un mercato del vino basato principalmente sull’importazione. L’accordo ha, infatti, eliminato i dazi e gli ostacoli tecnici agli scambi, determinando la liberalizzazione del mercato e la protezione delle indicazioni geografiche dell’UE. Relativamente all’anno appena trascorso, i principali Paesi fornitori di vino del mercato ecuadoriano sono stati il Cile con 8,3 milioni di USD (47,9%), l’Argentina con 3,7 milioni di USD (21,4%), la Spagna con 2,2 milioni di USD (12,7%) e l’Italia con 1,4 milioni di USD, che ha inciso nella misura dell’8,1%.
Via libera, dunque, all’export di vino europeo in Ecuador, ma attenzione alle indicazioni da riportare in etichetta per la circolazione all’interno di questo mercato.
È richiesta, infatti, la presenza chiara, evidente (in netto contrasto rispetto allo sfondo dell’etichetta) e facilmente comprensibile di due avvertenze salutistiche: 1. in merito al rischio determinato da un’assunzione eccessiva di alcol; 2. in merito al divieto di vendita di bevande alcoliche ai minorenni.
È, inoltre, obbligatorio indicare in etichetta il “Número del Registro Sanitario” (rilasciato dall’Autorità competente) e l’avvertimento in merito all’eventuale presenza di allergeni in etichetta.
Per ulteriori approfondimenti si rimanda a COMEX, la banca dati giuridica online per le esportazioni di Unione Italiana Vini (https://www.unioneitalianavini.it/prodotto-category/banche-dati/) – a cura del Servizio Giuridico dell’Unione Italiana Vini.
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