Piero Macchi se n’è andato. In punta di piedi, senza clamore. Eppure un segno profondo lo ha lasciato. Ho avuto la fortuna di conoscerlo una trentina d’anni fa, in Anformape, quando giovane dalle belle speranze mi sono trovato a misurarmi con personalità dello spessore di Piero, imprenditore già navigato, che sotto molti aspetti è stato sempre di insegnamento per me come per molti altri capitani d’azienda, di prima generazione come di quelle successive.
Perché Piero Macchi aveva tutte le caratteristiche che fanno di un imprenditore un uomo di successo: coraggio, inventiva, spirito di sacrificio e soprattutto intraprendenza. Ed etica, mi permetto di aggiungere. Oggi è raro trovare persone così, e mi rattristo a pensare che molto probabilmente oggi ne abbiamo semplicemente una in meno, perché è sempre più difficile nel moderno mondo che stiamo vivendo, assistere alla nascita di uomini di tale calibro.
Fondatore della propria impresa nei ruggenti anni ’50, poco prima del grande boom economico che ha cancellato le cicatrici belliche della Seconda Guerra Mondiale e fatto grande l’Italia, Piero Macchi ha costruito la sua impresa con stile, energia e innovazione, facendone di fatto l’azienda leader mondiale nel suo settore, un’azienda ricca, dinamica e sempre al passo con i tempi.
In Anformape Piero ha sempre dato il suo valido contributo, con determinazione ma anche con modestia: si è sempre rifiutato, anche con il sottoscritto (nonostante i miei continui e vani tentativi), di assumere incarichi e ruoli associativi che non fossero la semplice “militanza” nel consiglio direttivo e nel Comitato Tecnico di SIMEI. Raro vederlo assente alle nostre riunioni, impossibile che alle stesse non prendesse la parola, e sempre per dire cose assolutamente utili e condivisibili: questi sono gli uomini che servono alle associazioni imprenditoriali, perché portano esperienza, serenità e valore.
In questi ultimi anni la lunga malattia lo ha tenuto lontano dalle nostre attività associative, ma non da quelle dell’azienda, che ha sempre continuato a seguire con impegno e dedizione fino alla fine.
Senza alcun timore di smentita posso perciò dire che oggi ci ritroviamo tutti orfani di una grande figura professionale, emblematica e iconografica, a cui tutti noi del mondo enologico, a partire dalle cantine fino a chi ne è fornitore, dobbiamo dire grazie e prenderne esempio.
Grazie Piero, non ci scorderemo di te.
In ricordo di Piero Macchi

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