Secondo i dati della Encuesta sobre Superficies y Rendimientos de cultivos en España (ESYRCE), realizzata dal ministero dell’agricoltura spagnolo (MAPA), quella porzione di vigneto spagnolo che necessita di irrigazione artificiale – il viñedo de regadío – ha oggi raggiunto (dato 2022) una superficie di 383.334 ettari e dunque una quota del 41,1% del vigneto totale di Spagna atto alla produzione di uve sono destinate alla trasformazione (931.567 ettari nel 2022).
Com’è noto l’agricoltura spagnola si divide classicamente in agricoltura de secano e in agricoltura de regadío. Mentre per la prima non vi è la necessità di apporto di acqua per l’irrigazione delle culture e ci si affida prevalentemente alle precipitazioni atmosferiche, l’agricoltura de regadío consiste nell’irrigazione artificiale a seconda delle necessità e con diversi metodi.
Secondo quanto estrapolato dal citata inchiesta dall’Observatorio Español del Mercado del Vino (OeMV) in un suo recente rapporto, la quota del vigneto de regadío registrata per il 2022 è di poco inferiore a quella registrata nell’anno precedente (42,3% per 397.652 ettari) ma notevolmente superiore al dato 2004, anno in cui gli ettari di vigneto che necessitavano di irrigazione erano 249.089, il 22% del totale.
La comunità autonoma di Castilla-La Mancha è quella, tra le regioni vinicole spagnole, con la più estesa superfici a regadío: 232.674 ha nel 2022, cioè il 51,4% del vigneto da vino della regione, ovvero il il 60,7% di tutto il viñedo de regadío spagnolo. Il vigneto che necessita di irrigazione supera quello a secano anche nelle comunità autonome di Navarra (quota del 60,8%) e nelle isole Baleari (quota del 83,2%).
FEB