La 21° Assemblea generale dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV), riunitasi lo scorso 9 giugno a Jerez de la Frontera, nell’ultima giornata del 44° Congresso della Vite e del Vino (5-9 giugno 2023), ha eletto nuovo Direttore generale per il prossimo quinquennio il neozelandese John Barker.
Succede allo spagnolo Pau Rocha Blasco, che ha guidato l’Organizzazione dal 2019 fino ad oggi ed entrerà in carica a gennaio 2024.
Dottore di ricerca e avvocato, da oltre vent’anni si occupa di consulenza strategica internazionale per aziende e organizzazioni del settore alimentare e delle bevande, in particolare del vino.
Come dichiarato nella sua lettera di candidatura alla Direzione generale dell’OIV, Barker lavorerà nella direzione di far crescere e rafforzare l’OIV quale organizzazione di riferimento intergovernativa di respiro internazionale che affronti efficacemente le questioni chiave del settore, nell’ambito di tutte le sue competenze. Per fare ciò l’OIV dovrà quindi ampliare il suo impegno nei confronti sia degli stati membri che di quelli non membri, assumendo un ruolo sulle questioni prioritarie.
“Desideriamo rivolgere un particolare ringraziamento a Pau Roca, per l’impegno e il carattere con cui, in questo passato quinquennio, ha saputo guidare l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino – ha dichiarato Paolo Castelletti, Segretario Generale UIV –. In particolare ci piace ricordare il suo messaggio per l’Assemblea generale di UIV-Confederazione Italiana della Vite e del Vino del luglio 2021, quando il direttore Roca volle suggerire che «la prossima economia non misurerà le prestazioni umane in termini di crescita ma in termini di conservazione della natura. In altre parole l’indicatore per valutare il valore assoluto in economia dovrà essere il mantenimento della vita del nostro pianeta: questa è la sostenibilità!».
Al direttore eletto John Barker, vadano i nostri auguri di buon lavoro. Siamo convinti che il suo programma fondato su una prospettiva di respiro internazionale di stretta collaborazione tra stati membri e non membri dell’OIV, e su un metodo di lavoro che coniughi più strettamente gli aspetti di carattere scientifico, tecnico e giuridico, possano davvero rafforzare l’OIV come primo punto di riferimento del mondo vitivinicolo globale. Un ruolo che sarà fondamentale nei prossimi anni, in cui il nostro settore dovrà affrontare sfide tutt’altro che facili sia sul fronte del cambiamento climatico che nel rapporto tra vino e società.