Da diversi mesi il governo di Giacarta starebbe rendendo pressoché impossibile l’importazione dall’Unione Europea di alcolici e prodotti lattiero caseari. Il blocco, non ufficiale, rientra nella controversia sull’olio di palma, cominciata quando a marzo 2019 l’Unione Europea ha deciso di vietare il ricorso a questo prodotto per la preparazione di biocombustibili, progressivamente a partire dal 2023 e quindi totalmente nel 2030, in ragione dell’impatto che la sua produzione ha sulla deforestazione nel sud est asiatico (Indonesia e Malesia ne sono in più importa tanti produttori al mondo). Secondo un’inchiesta di Reuters di fine 2019, già a settembre la commissaria dell’UE per il commercio Cecilia Malmstrom avrebbe scritto all’allora ministro del commercio indonesiano Enggartiasto Lukita, chiedendo spiegazioni ed esprimendo profonda preoccupazione per il fatto che da diversi mesi le domande di importazioni di alcolici in Indonesia dall’UE venissero sistematicamente non approvate, lasciando così i prodotti stoccati nei container presso i magazzini delle dogane. In Indonesia sia l’importazione che la distribuzione di alcolici sono strettamente regolate dallo Stato. Il nuovo ministro del commercio dell’Indonesia, Agus Suparmanto, non sembra avere rilasciato dichiarazioni su questo blocco di fatto, ma la questione dell’olio di palma è stata invece oggetto di un ricorso ufficiale contro l’Unione Europea, presentato dal governo di Giacarta alla World Trade Organization lo scorso 9 dicembre; un appello in cui la politica dell’Unione Europea sull’olio di palma viene definita discriminatoria (qui il comunicato del Ministeo del Commerico dell’indonesia).
FEB