Secondo IWSR, permane ancora nei consumi internazionali di bevande alcoliche la tendenza da parte dei consumatori verso il consumo domestico piuttosto che per quello “fuori casa”: un trend che, come noto, si era particolarmente palesato nel periodo della pandemia del Covid-19.
Sebbene nel 2022 ci sia stata una ripresa di bar e ristoranti rispetto ai livelli minimi registrati nel 2021 (causa ripetuti lockdown), nella gran parte dei mercati tracciati da IWSR, la quota dei consumi di bevande alcoliche nella ristorazione non è ancora tornata ai livelli del 2019. È il caso di importanti mercati come Regno Unito, Cina, India, Brasile, ancora ben al di sotto dei risultati di quattro anni fa, mentre corsa a parte fa il Messico dove l’on-trade ha avuto un maggiore recupero.
Se infatti nel 2019, a livello globale, la quota del “fuori casa” nei consumi totali di bevande alcoliche era del 35% in termini di volume, dopo il crollo del 2020 al 23%, si è risaliti al solo 28% nel 2021 e al 29% nel 2022.
Significativo il fatto che, sempre secondo gli analisti di IWSR, soprattutto nei mercati di Europa e Nord America, la preferenza per il consumo domestico è oggi una sorta di ripiego dei consumatori per rimanere legati ai prodotti premium (si potrebbe dire: per poterseli permettere).
Sulla scelta tra bere a casa o uscire, inciderebbe dunque ora anche l’aumento del costo della vita. Ciò non sta tuttavia avvenendo dei mercati asiatici, dove la ripresa del settore della ristorazione è in pieno svolgimento.
FEB