Pau Roca, direttore generale dell’OIV, ha presentato ieri 21 aprile da Parigi lo State of the world vitivinicultural sector in 2020, l’annuale rapporto dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino sulla situazione vitivinicola mondiale (qui il comunicato stampa). Il documento è suddiviso nelle seguenti sezioni: 1 – Vineyard surface area; 2 – Wine production; 3 – Wine consumption; 4 – International trade of wine.
La superficie vitata mondiale – cioè quella occupata da vigneti destinati alla produzione di uva da vino, uva da tavola e uva passa – si estende nel 2020 per su 7,3 milioni di ettari. Si tratta di una superficie stabilizzatasi intorno al 2017, in seguito ad una significativa riduzione dei vigneti in paesi quali l’Iran, la Turchia, il Portogallo, l’Uzbekistan e gli Stati Uniti d’America. La superficie vitata dell’Unione Europea si attesta oggi in 3,3 milioni di ettari, superficie pressoché stabile dall’anno 2015, in forza della politiche comunitarie di gestione del potenziale produttivo viticolo.
In leggera crescita, ma sempre nei limite consentito del 1% annuo, le superfici vitate di Francia (797 kha, +0.4% /2019) e Italia (719 kha, +0.8% /2019). Si riducono di qualcosa invece i vigneti di Spagna (961 kha, -0.6% /2019), Portogallo (194 kha, -0.2% /2019), Romania (190 kha, -0.4% /2019), Bulgaria (66 kha, -1.8% /2019) e Ungheria (65 kha, -3.9% /2019). Stabile a 104 kha il vigneto della Germania.
La produzione mondiale di vino 2020 è stimata in 260 mhl, +1% vs 2019 (sono esclusi mosti e succhi d’uva), volume leggermente sotto la media per il secondo anno consecutivo. Nel volume totale globale l’UE conta per 165 milioni di ettolitri: +8% (o +12 milioni di ettolitri) rispetto al 2019.
Primo produttore al mondo nel 2020 è ancora l’Italia (49.1 mhl), seguita da Francia (46.6 mhl), e Spagna (40.7 mhl); i primi tre produttori contano per il 53% di tutta la produzione mondale 2020.
In calo del 3% sul 2019 il consumo mondiale di vino, stimato per il 2020 in 234 milioni di ettolitri.
Stabile rispetto allo scorso anno il consumo registrato in Francia (24,7 Mio hl), ma in calo del 7,8% rispetto alla media quinquennale. In Italia invece si registra per il 2020 il consumo più elevato dell’ultimo decennio: 24,5 milioni di ettolitri (+7,5% vs 2019 e +10% sulla media quinquennale). Consumo di 19,8 milioni di ettolitri in Germania (+0,2%). Diminuito il consumo in Spagna (9,6 Mio hl, -6,8% vs 2019); Portogallo (4,6 Mio hl, -0,6% vs 2019).
Negli Stati Uniti, primo mercato del vino di tutto il mondo, registrato consumo 2020 di 33 milioni di ettolitri (in linea con il 2019). Per quel che concerne invece la Cina, consumi per 12,4 milioni di ettolitri lo scorso anno (-17,4% vs 2019); sebbene in questo decremento abbiano giocato un ruolo importante le limitazioni dettate dalla crisi sanitaria del Covid-19, occorre sottolineare che si tratta del terzo anno consecutivo del calo dei consumi, così che OIV suggerisce che sia giunta la fine della rapida crescita dei consumi cinesi che era cominciata all’inizio del corrente secolo.
Il commercio internazionale del vino ha visto la somma di tutte le esportazioni di vino contrarsi del 1,7% nel 2020 rispetto all’anno precedente, fino al volume di 105,8 milioni di ettolitri; gli scambi in valore hanno invece totalizzato un fatturato di 29,6 miliardi di euro (-6,7% vs 2019).
L’Italia è il primo fornitore mondiale di vino in termini di volume con 20,8 Mio hl (-2,4% vs 2019), pari al 20% di tutto il mercato globale; seguono Spagna, (20,2 Mio hl, -5,9%), Francia (13,6 Mio hl, -4,9%) e Cile (8,5 Mio hl, -2,2%). La Francia si conferma invece primo fornitore per valore con un fatturato di 8.7 miliardi di euro, ma perde 1,1 miliardi di euro rispetto al 2019 (-10,8%). Export valore dell’Italia attestato in 6,23 miliardi di euro (-154 milioni di euro o -2% vs 2019).
FEB