Minori scambi e prezzi maggiori. Queste le due principali tendenze del mercato mondiale del vino 2012 dichiarate da presidente uscente dell’OIV Federico Castellucci durante il 36° Congresso mondiale della Vite e del Vino svoltosi a Bucarest nella prima settimana di giugno.
I dati di OIV indicano per il 2012 un calo del commercio mondiale di vino del 2,6%.
Il rallentamento sarebbe principalmente dovuto alle minori disponibilità in conseguenza della diminuzione delle superfici vitate e delle avverse condizioni climatiche della passata stagione.
Nel 2012 la vigna mondiale si è ristretta dell’1%, percentuale che vale circa 19mila ettari, per una superficie attuale residua di 7,528 milioni di ettari.
È nel continente maggior produttore di vino, l’Europa, che si sono persi più spazi a vite, si tratta di un calo di circa 28mila ettari; diversamente altre zone dell’emisfero hanno visto accrescere il proprio vigneto. Nell’emisfero sud e negli Stati Uniti la superficie vitata è, infatti, cresciuta di 2mila ettari. La Cina ha avuto la crescita maggiore degli spazi a vigneto, 12mila ettari, (facendo registrare un +90% in dieci anni dal 2000); Turchia Cina e Iran nel complesso contano oggi nel complesso 1,326 milioni di ettari di vigneto (tra uva da vino e da tavola) pari al 18% della superficie vitata mondiale. La Cina ha oggi quasi tre volte gli ettari a vite della Cile (205mila ettari) e dell’Argentina (221mila ettari) e più di tre volte quelli di Australia (169mila ettari) e Sud Africa (131mila ettari) secondo quanto riportato dal portale francese di informazione vitivinicola La Journée Vinicole.
(per i dati sulle superfici vitate e produzione di vino nel mondo tra il 2002 e il 2012 è possibile consultare qui la sezione statistiche del portale del Corriere Vinicolo)
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