In termini di procedure e di norme in senso stretto poco cambia, ma il quadro di riferimento normativo del vino italiano ed europeo disegnato dalla nuova riforma delle Ig muta sostanzialmente (e in meglio) rispetto al passato. Con l’accordo provvisorio raggiunto il 24 ottobre scorso in sede europea tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione, e che punta a racchiudere in un testo unico tutta la normativa connessa ai prodotti Dop e Igp, si apre dunque un pagina nuova nelle politiche di tutela e protezione della Ue verso il proprio patrimonio eno-gastronomico di qualità.
Su Il Corriere Vinicolo n. 36 Cantina, in un servizio di Giulio Somma, proposta un’analisi del nuovo regolamento: una riforma che tutela il primato italiano nell’Unione europea, con 885 prodotti riconosciuti (tra alimentari e vino) capaci di generare un valore complessivo alla produzione di 19,1 miliardi di euro.
Nell’articolo anche dichiarazioni e commenti dell’europarlamentare Paolo De Casto (relatore della riforma), di Luca Giavi, direttore del Consorzio Prosecco Doc e di Paolo Castelletti, segretario generale di UIV.
Unione Italiana Vini ha sostenuto da sempre questo progetto di riforma scontando anche all’inizio un certo isolamento dalle altre organizzazioni del vino italiano, perché abbiamo avuto ben chiaro da subito che l’inserimento del vino nella riforma delle Ig ne avrebbe rafforzato notevolmente il quadro di tutela e protezione, senza perdere quella specificità normativa verticale garantita dall’Ocm che fino ad oggi è stato indubbiamente un punto di forza del comparto. Un risultato che oggi grazie al grande lavoro di Paolo De Castro salutiamo molto positivamente.