Secondo Nielsen, nel 2020 il mercato statunitense delle bevande alcoliche sarà sempre più condizionato dall’interesse dei consumatori per salute e benessere. Si tratta di una tendenza già evidenziata a più voci nell’anno passato e che, suggerisce Danny Brager – Senior Vice President, Beverage Alcohol di Nielsen – continuerà a essere guidata dalla più giovani generazioni, tanto da condizionare i consumi di bevande alcoliche in termini di quantità e di prodotti. Prevista quindi una crescita per diversi le bevande poco alcoliche e poco caloriche, che siano distillati o liquori low-alcohol, o bevande RDT e birre sempre a basso tenore alcolico o analcoliche. Paradossalmente, questa preferenza dei consumatori statunitensi per il “poco alcolico” sarà accompagnata dal proseguimento del trend positivo nelle vendite al dettaglio di superalcolici (whiskey, tequila, cognac, ready-to-drink/prepared cocktails). Ciò sarà evidente soprattutto per i prodotti premium e ultra premium; gli spirits gioveranno secondo Nielsen della loro “versatilità” in fatto di sapori e aromi, stili diversi e della possibilità di essere usati per la preparazione di cocktail, fattori questi che ne garantiscono popolarità in modo trasversale tra i consumatori di età e caratteristiche diverse.
Nel settore della birra, i grandi gruppi si renderanno protagonisti dell’acquisizione di aziende di settori adiacenti, quali quelli dei superalcolici o del vino. I produttori di birra investiranno in prodotti innovativi, come ad esempio le birre aromatizzate alla cannabis.
Raddoppieranno, nel contempo, i player del settore degli hard-seltzer (si veda in proposito anche qui e qui) e più in generale si prevede un boom di tutti i prodotti ready to drink (RTD).
Per quel che concerne il vino, Nielsen prevede per 2020 un rallentamento delle vendite per i table wine (vino fermo), con le maggiori perdite nelle fasce di prezzo più basse. Allo stesso tempo, però, non mancheranno opportunità di crescita, soprattutto per gli spumanti (si legga soprattutto Prosecco), e ancora per i rosati, per i vini confezionati in lattina o in alte confezioni “alternative”, per i cocktail a base di vino e per i vini biodinamici o a basso tenore alcolico (secondo la già citata attenzione dei consumatori a salute e benessere); per origine, infine, Nielsen suggerisce incombenti opportunità nel mercato statunitense al dettaglio per i vini della Nuova Zelanda, dell’Oregon, e per quelli in arrivo dai paesi dell’Europa orientale.
FEB