Peggiora il quadro a giugno per le importazioni mondiali. Il totale monitorato dal nostro giornale chiude nel secondo quarto dell’anno a 3,9 miliardi di dollari per quanto riguarda il commercio di vino in bottiglia (spumante escluso), equivalente a una diminuzione del 12% rispetto allo stesso periodo del 2014. E’ la peggiore variazione trimestrale dal 2013, con una discesa costante iniziata dal quarto trimestre 2014.
Il continente in maggiore difficoltà è quello europeo (sommatoria di Germania, UK, Svizzera e Russia), che conferma il -20% del primo trimestre 2015, mentre anche l’America (Usa, Canada e Brasile) non va oltre quota 1,6 miliardi, peggiorando la performance già negativa del primo trimestre con -5%. Quella che però ha contribuito in maniera decisiva ad affondare i bilanci del secondo trimestre dell’anno è stata l’Asia (Cina, Giappone, Hong Kong, Sud Corea), zavorrata dalla disastrosa performance cinese, che vanifica tutto il recupero segnato a marzo: secondo quarto a -7%, a 858 milioni di dollari, dopo un primo trimestre che aveva chiuso a +14%.
Nemmeno sul fronte dei volumi vi è ripresa, con il totale aggregato che a giugno va a 818 milioni di litri (-4% rispetto al giugno 2014 contro il -2% di marzo): mentre l’Europa recupera il terreno perso a marzo (da -12% a -8%), cedono il continente americano (da +4% di marzo a +3% di giugno) e soprattutto l’Asia, precipitata da un +18% di marzo al -4% di giugno.
Prezzi medi in forte discesa in Europa, causa soprattutto Russia, al minimo dal 2012 (3,68 dollari per litro), mentre si mantiene stabile la quotazione media in America (5,50 dollari) e Asia (6,58). Il totale aggregato, fortemente influenzato dall’andamento europeo, scende al minimo di 4,79 dollari per litro, in calo di 15 centesimi rispetto al gennaio-marzo 2015.
Tabelle e grafici copyright Corriere Vinicolo, non riproducibili senza autorizzazione dell’editore.
Scambi mondiali, la situazione non migliora

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