l primo maggio 2018 il governo scozzese introdusse il prezzo minimo per unità alcolica MUP (minimum unit price), quale strumento di contrasto all’alcolismo (ne avevamo parlato qui).
A un anno e mezzo dall’entrata in vigore del MUP, l’agenzia nazionale di educazione e promozione della salute, NHS Health Scotland, ha realizzato una prima analisi dell’impatto di questo provvedimento sul mercato al dettaglio delle bevande alcoliche capace di ricoprire un arco temporale di 12 mesi. Il report è stato pubblicato lo scorso 28 gennaio (si veda qui il comunicato di NHS in lingua inglese; il report integrale è invece disponibile qui).
Rispetto ai dodici mesi precedenti l’introduzione del MUP, le vendite al dettaglio di bevande alcoliche, calcolate in alcol puro venduto per abitante adulto, sono diminuite da 7,4 a 7,1 litri.
Questo dato è significativo soprattutto se confrontato con il mercato delle vicine Inghilterra e Galles, dove al contrario è stato registrato un incremento delle vendite di bevande alcoliche in alcol puro da 6,3 a 6,5 litri anno per abitante.
Il sidro è la bevanda alcolica che nell’anno post-MUP ha visto la maggiore riduzione delle vendite off-trade per adulto (-18,6%); le vendite di vini fortificati sono diminuite del 14,4%. Minore l’impatto sui superalcolici (-3,8%), sul vino (-3%) e sulla birra (-1,1%). L’entità dell’impatto del MUP varia dunque a seconda delle categorie delle bevande. Il vino è la bevanda con la maggiore quota di mercato nell’anno post-MUP, il 33,1%; seguono gli spirits (32,3%), la birra (23,3%), il sidro (6,2%) e i vini fortificati (3,5%). La diminuzione delle vendite di bevande alcoliche è in generale stata del 3,6% rispetto all’anno pre-MUP.
FEB