La risoluzione OIV-ECO 492-2013 dell’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino traccia l’evoluzione della figura dell’enologo e del suo ruolo (a partire dalle precedenti risoluzioni OIV Lubiana 7/76 e seguenti) e ne aggiorna la definizione, raccomandando “che l’enologo sia definito come un esperto che possiede competenze acquisite durante una specifica formazione accademica pluriennale che rilasci un diploma di livello universitario che consente di operare nell’insieme dei quattro campi di attività definiti dalle risoluzioni dell’OIV” e che sia in grado di adempire alla maggior parte, se non alla totalità delle attività indicate in sei diversi commi titolati: produzione dell’uva; trasformazione dell’uva e produzione del vino; controllo della produzione; commercializzazione e adattamento dei prodotti al mercato; analisi.
In merito alla formazione specifica dell’enologo la risoluzione 492/2013 rimanda genericamente all’educazione terziaria, così come definita nella classificazione standard internazionale dei percorsi formativi (ISCED 2011) dell’UNESCO.
Da parte dell’Unione Intenazionale degli Enologi, e in particolare attraverso il suo vice presidente, Serge Dobois, arriva ora la richiesta all’OIV di una più precisa definizione della formazione della figura dell’enologo, così che questa possa essere meglio riconosciuta a livello internazionale, mettendosi al riparo, inoltre da errori e imprecisioni, quali ad esempio la confusione tra enologo ed enotecnico.
Prima di arrivare al voto di una risoluzione in merito da parte dell’OIV è necessario tuttavia una procedura che potrebbe richiedere tra i due e tre anni, oltre che la formazione di un gruppo di lavoro, la cui costituzione dovrebbe arrivare già in questi mesi.
FEB
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