Anche quest’anno Silicon Valley Bank ha pubblicato il suo report annuale sull’industria e sul mercato del vino negli Stati Uniti. Il documento è stato presentato da Rob McMillan in un evento virtuale a fine gennaio (qui il video).
Secondo il The SVB State of the Wine Industry Report 2022, che traccia le dinamiche del comparto per l’anno precedente alla sua pubblicazione, il 2021 è stato in definitiva un anno buono per il comparto vino in USA; sebbene sia stata registrata una perdita nel volume delle vendite, ciò è stato parzialmente compensata dal commercio di vino premium, che ha visto la maggior crescita delle vendite dal 2007 (+21% vs 2020).
Dopo le chiusure forzate del 2020, sono riprese le vendite di vino in bar e ristoranti, tanto da superare i livelli pre-pandemia; rinvigorisce anche il settore dell’enoturismo tanto che nel 2021 sono cresciute ancora sull’anno precedente le vendite dirette al consumatore (si vedano in proposito anche qui i dati Sovos-ShipCompliant) e quelle via e-commerce. Vivaci sono state anche le dinamiche di Mergers and acquisition (M&A).
Dal punto di vista delle preferenze dei consumatori, il vino dimostra una quota nettamente superiore alla birra tra i consumatori di età superiore ai 65 anni, “giocandosela” invece nelle fasce d’età dai 35 ai 65 anni, mentre tra i più giovani il vino ha uno share inferiore di 5 punti percentuali rispetto alla birra (15% vs 20%) ma in questa fascia di consumatori, diversamente che nelle altre, anche superalcolici, le bevande aromatizzate al malto e gli hard seltzer hanno quote vicine al 17%.
Dal punto di vista delle previsioni di lungo periodo questi dati indicano che tra una decina d’anni i consumatori più anziani non saranno probabilmente sostituiti da altri meno amanti del vino.
SVB prevede anche che nel corso del 2022 molti produttori aumenteranno i prezzi di listino delle loro bottiglie a causa dell’aumento dei costi di manodopera e materie prima: gli aumenti saranno tuttavia modesti.
FEB