Nel giro di pochi anni il mercato thailandese del vino importato si è decisamente riqualificato: oltre a essere cresciuto a volumi, da 6 a 10 milioni di litri tra 2005 e 2012, quello che lascia ben pensare per uno sviluppo ulteriore verso l’alto è la colonna dei valori, balzata nello stesso periodo di tempo da poco meno di 10 a oltre 34 milioni di dollari.
Evidente il balzo dei prezzi medi delle importazioni, passato da una media del 2005 di 1,45 dollari al litro agli oltre 3,30 dell’anno passato. A guidare la classifica dei maggiori Paesi non è, come spesso capita da queste parti, la Francia, che proprio nel 2012 ha subito il sorpasso di un’arrembante Australia, che dopo un periodo di appannamento coinciso con l’inizio della crisi economica, tra 2010 e 2012 ha visto una versa esplosione delle richiesta, arrivate alla cifra record di 12 milioni di dollari.
L’Italia, come succede spesso sui mercati del Sudest asiatico, viaggia a metà classifica, superata da CIle (nel 2011) e più recentemente dagli americani. A oggi, secondo le statistiche dell’Ufficio dogane di Bangkok, i nostri vini sbarcano a un prezzo tra i più bassi del mercato: 1,31 dollari al litro (all’incirca come i cileni), contro i 4,60 australiani e gli oltre 5 di francesi e americani.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Dogane thailandesi
I dati completi nella sezione statistiche del portale
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