Dopo 24 anni di crescita, per la prima volta dal 1994 è stato registrato negli Stati Uniti un calo nel consumo di vino in termini di volume. Secondo i dati provvisori per il 2019 di IWSR, il calo complessivo è stato dello 0,9% vs 2018, percentuale di decremento risultante da una perdita del 1,5% per il vino fermo solo parzialmente bilanciata dalla crescita degli spumanti (+4). Alla base di questo cambio di rotta ci sarebbe, secondo IWSR, un cambio generazionale delle abitudini di consumo. Oggi il vino rappresenta circa l’11% di tutto il mercato statunitense delle bevande alcoliche.
Guadando più in generale quanto tracciato nell’ultima edizione del report US Beverage Alcohol Review (US BAR) si scopre che nel 2019 non si è arrestata la perdita di volume nei consumi di birra (-2,3%% vs 2018), consumi che vanno in rosso per il quarto anno consecutivo. In particolare è calato il consumo di birra made in Usa (-3,6%), mentre cresce quello di birra importata (+3,1%); in positivo anche la birra artigianale e la birra analcolica o poco alcolica (+6,6%). La birra ha ancora la quota più consistente nei consumi di bevande alcoliche negli Stati Uniti.
Diminuito il consumo di sidro (-3.8%), mentre crescono i distilled spirits (+2,3%) e le bevande ready-to-drink (RTD), queste ultime in modo consistente: +49.7%.
Nel complesso il volume dei consumi di bevande alcoliche negli Stati Uniti è rimasto sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (+0,3% vs 2018), per un valore di mercato stimato in 167 miliardi di dollari (+2,5%).
FEB