Secondo le previsioni di Unione Italina Vini, Assenologi e Ismea, la quantità del raccolto italiano di uva da vino 2022 è in linea con l’anno passato, grazie alle pioggie d’agosto che hanno riequilibrato il bilancio della vendemmia. Su Il Corriere Vinicolo n. 30/2022 sono stati pubblicati tutti i dati delle previsioni presentate presso il Mipaaf lo scorso 14 settembre. Previsti nel complesso tra vini e mosti 50,270 milioni di ettolitri, quando lo scorso anno se ne erano totalizzati 50.232, mentre la media 2017-2021 è attestata in 48,825 milioni di ettolitri.
Crescerà secondo le stime la produzione in Valle d’Aosta (+10%), Trentino Alto Adige (+10%), Emilia Romagna (+4%), Toscana (+12%), Umbria (+10%), Marche (+5%), Lazio (+5%), Campania (+4%), Puglia (+3%), Basilicata (+10%), Sardegna (+15%). Calo atteso invece per Piemonte (-9%), Lombardia (-20%), Veneto (-3%), Liguria (-5%) e Sicilia (-5%). In linea con il 2021 le restanti regioni d’Italia.
“La vigna si è rivelata ancora una volta il pivot della filiera – ha dichiarato il presidente di UIV Lamberto Frescobaldi –dimostrando che anche caldo e siccità è possibile fare vini di alta qualità e realizzare volumi soddisfacenti”. Anche Riccardo Cotarella (Presidente Assoenologi) ha parlato a Roma della sanità del raccolto in corso, definendo la qualità della uve “da buona a ottima”.
Se dunque le notize circa qualità e quantità sono incoraggianti, dal mercato arrivano invece segnali preoccupanti. Sulla questione è intervenuto Fabio Del Bravo, dirigente Ismea, secondo cui sebbene sul fronte estero la domanda di vino italiano sembra tenere “seppur non come nel 2022”, diversa è la situazione nel mercato nazionale dove “si evidenziano segnali di cedimento negli acquisti”.