Prosegue il percorso di rientro del caro-vita in Italia. E’ dal febbraio 2010 che non si vede un tasso di inflazione così basso. L’1,1% ad aprile, in base a quanto certificato dall’Istat, con una decelerazione di 5 decimi di punto rispetto al dato tendenziale di marzo (+1,6%).
Per i beni energetici, che incorporano buona parte del raffreddamento dei prezzi, il confronto annuo restituisce addirittura una variazione negativa nell’ordine dello 0,9%, dal più 3,4% di marzo, segnalando un ribaltamento di tendenza che cambia radicalmente il quadro di fondo del settore.
Il fenomeno della disinflazione è ben visibile anche nella dinamica dei prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori italiani, che cedono lo 0,1% su base mensile e crescono dell’1,5% in un anno, dal più 2% di marzo.
Tutti gli elementi sembrano insomma confermare le attese di un repentino rientro del caro-vita, con l’inflazione acquisita per il 2013 scesa, secondo l’Istat, all’1% tondo.
Non mancano tuttavia le eccezioni. I prezzi al dettaglio del capitolo alimentare, bevande alcoliche incluse, hanno rubricato in un mese un rincaro dello 0,2%. In forte accelerazione la dinamica tendenziale, con il tasso di crescita annua balzato al 2,8%, dal 2,5% di marzo.
Tra i prodotti lavorati, in particolare, i maggiori aumenti si registrano per gli oli di oliva (+0,8% in un mese; +3,7% rispetto ad aprile dello scorso anno) e i vini (+0,6%; +4,3%) che accelerano ulteriormente il passo, rispetto al +4,1% di marzo.
Nel reparto enologico per trovare un tasso di inflazione superiore a quello attuale bisogna risalire la serie storica fino al febbraio 2009. E anche su base mensile lo 0,6% di aumento archiviato ad aprile (analogo a quello di marzo e febbraio), porta indietro lancetta di molti mesi, addirittura al maggio 2003.
A far salire la colonnina dei prezzi sono stati ancora i vini da tavola che in dodici mesi hanno spuntato un più 8%. Più moderati i rincari per spumanti e prodotti di qualità, entrambi aumentati del 2,3% su aprile 2012.
Da segnalare che sui circuiti all’ingrosso sono emersi, nel frattempo, i primi segnali di raffreddamento dei prezzi, dopo una lunga serie di rincari, che potrebbero preludere, da qui a pochi mesi, a un’attenuazione delle spinte inflattive anche alla fase al consumo. Il 4,3% dei vini si inserisce tra l’altro in un contesto di relativa calma per le altre bevande alcoliche, con i prezzi della birra allineati al tasso di inflazione generale (+1,1%, contro il +1,2% di marzo) e gli spirits ancorati al più 1,6% di marzo.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Istat
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