Vino in purezza da un vitigno, un vigneto o una Menzione o vino da assemblaggio di più prodotti derivanti da varietà e/o territori differenti? È una cosa cui di discute da decenni e anti sono da sempre i sostenitori dell’una o dell’altra tecnica. Nell’articolo Blend o vigna? Pratiche di qualità oltre vecchi dualismi, a partire dalle iniziative di confronto sul settore vitivinicolo organizzate da MGM – Mondodelvino in occasione del ventennale dell’azienda ed andate in scena a Priocca (CN) lo scorso luglio, Giancarlo Montaldo ha interrogato Scipione Giuliani (capo enologo MGM – Mondodelvino) proprio in proposito dei blend. Nell’intervista, la cui versione integrale è stata pubblicata su Il Corriere Vinicolo n. 28 de 6 luglio, Giuliani (tra le altre cose) ha suggerito: “Il blend è il metodo più semplice, più naturale e anche più rapido per creare uno o più vini che vadano incontro ai gusti dei consumatori. Basta l’utilizzo dei sensi, dalla vista al sapore per trovare il giusto amalgama tra le singole componenti. Senza bisogno di aggiungere alcuna sostanza esterna. Direi che l’immagine più efficace è che il blend è l’unione di più qualità, non un mettere insieme qualsiasi cosa in modo casuale. Non tutto sta bene insieme”.
FEB