Le aziende vinicole della California possono continuare ad operare perché facenti parte del settore alimentare e agricolo (Food and Agriculture Sector), riconosciuto a livello federale come uno dei 16 Critical Infrastructure Sectors individuati dalla Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA) del Department of Homeland Security, e cioè quei settori cioè vitali per per gli Stati Uniti, il cui blocco d’autorità avrebbe un effetto debilitante per la la sicurezza, l’economia e la salute pubblica.
Avallata dunque, e anche dallo stesso governo della California, l’interpretazione fatta dal Wine Institute dell’ordinanza emessa il 19 marzo dal governatore del Golden State, secondo cui è lecito che i lavori nelle cantine e nei vigneti possano continuare. Il governatore Gawin Newsom aveva infatti ordinato giovedì a tutti i californiani di rimanere a casa a meno che l’uscita non fosse necessaria alla continuità delle operazioni nei settori riconosciuti come critici (“stay home or at their place of residence except as needed to maintain continuity of operations of federal critical infrastructure sector.”). Ricordiamo che nei giorni scorsi era sorta una polemica in seguito ad un’altra dichiarazione del Governatore, che il 15 marzo aveva chiesto la chiusura di “tutti i bar, i nightclub, le cantine, i pub e simili” (“all bars, nightclubs, wineries, brewpubs, and the like”); è stato poi chiarito che la parola winery era stata in quell’occasione usata in modo improprio dal governatore, che si riferiva più probabilmente alle sale di degustazione delle cantine, e non alle aziende vinicole come impianti di produzione (ne avevamo parlato qui)
FEB