Sviluppare prodotti e soluzioni d’avanguardia per il miglioramento delle produzioni vitivinicole, minimizzando tutti i rischi di ordine ambientale. Promuovere insomma una viticoltura moderna, capace però di rendere la gestione della terra e del vigneto il meno impattante possibile. Questa la mission, da diversi anni ormai, di Syngenta. Non una dichiarazione d’intenti, ma una vera e propria pratica, la cui dimostrazione più recente è l’adesione al progetto Tergeo – il modello di sostenibilità in viticoltura ed enologia promosso da Unione Italiana Vini – e la sua promozione attraverso una sorta di “road tour” che sta portando Syngenta e il suo staff attraverso la Penisola, per sensibilizzare le cantine italiane su queste tematiche e illustrare il contributo concreto a Tergeo.
Ultimo in ordine di tempo, l’incontro tenutosi presso il Castello di Brolio (Gaiole in Chianti, Toscana), dove la grande affluenza di pubblico qualificato – circa un centinaio di responsabili tecnici di aziende vinicole toscane di alto profilo – ha dimostrato il profondo interesse che un approccio alla viticoltura che coniuga sostenibilità economica, salvaguardia ambientale e responsabilità sociale sia oggi fondamentale. Così come lo è poi la condivisone dei saperi, la traduzione “in campo” dell’innovazione tecnologica. E Tergeo, come ha specificato Giorgio Goria, responsabile commerciale servizi di Unione Italiana Vini “è proprio uno strumento per fare formazione, informazione e sperimentazione in campo delle tecnologie e consentire il dialogo tra fornitori e utilizzatori”.
“All’interno di Tergeo – ha spiegato Giuseppe Frova, portfolio manager di Syngenta – il nostro impegno è mirato in particolar modo all’utilizzo sostenibile degli agrofarmaci. Attraverso gli applicativi proposti e approvati dal Comitato tecnico scientifico e in fase di implementazione nelle cantine aderenti al progetto, offriamo un percorso di formazione, informazione e attuazione di difesa fitosanitaria in vigneto, secondo criteri corretti e appunto sostenibili. In dettaglio – ha continuato – si tratta del corso di formazione certificata sull’“Uso sostenibile degli agrofarmaci”, che ha la finalità di dare un concreto supporto agli operatori agricoli anticipando quanto prevede la Direttiva 128/2009/CE; del protocollo “Q.S.S. – Qualità Sostenibile Syngenta”, per la difesa del vigneto, che ha lo scopo di ottenere produzioni di qualità nelle giuste quantità osservando requisiti economici, ambientali e sociali; della metodologia “A.T. – Tecniche di applicazione”, che mira a massimizzare l’efficacia dei prodotti aumentando la sicurezza per l’operatore e la collettività, minimizzando i possibili rischi di inquinamento ambientale, garantendo quindi un uso sostenibile degli agrofarmaci. Non manca poi – ha concluso Frova – un’attenzione alla biodiversità con Operation Pollinator, il progetto che attraverso la creazione di nuovi habitat per gli insetti impollinatori all’interno degli areali agricoli, ha appunto l’obiettivo di dimostrare che un’agricoltura produttiva e un ambiente vivo e ricco in termini di biodiversità possono e devono coesistere”.
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