Cominciamo l’analisi con la Polonia, che ha visto crescere globalmente le importazioni nel primo semestre, per un totale di 390.000 ettolitri (+5%), per un controvalore di 83 milioni di euro (+9%). In questo contesto crescono tutti e tre i principali fornitori: Germania, Italia e Francia, con il nostro Paese che sembra avere una marcia in più, anche sui prezzi medi, non certo da capogiro da queste parti (attorno ai 2,50 euro).Male invece le cose per la Spagna, che va indietro pesantemente su tutti i fronti, listini compresi, mentre sono in aumento considerevole le importazioni da Portogallo e Cile. Raddoppiano le forniture americane, mentre indietreggia tutta la pattuglia di fornitori dell’Est Europa: Bulgaria, Moldova, Ungheria, Repubblica Ceca.
Primo semestre problematico invece in Repubblica Ceca, dove tutti i principali fornitori, con l’Italia in testa, cedono punti preziosi. Il mercato perde l’11% a valore (50 milioni di euro) e il 20% a volume, 291.000 ettolitri, con il nostro Paese che resta in cima alla lista dei fornitori ma lasciando sul campo il 36% dei volumi rispetto al primo semestre 2013. L’unico a crescere è il Cile (+30%), ma stiamo parlando di quantitativi davvero limitati.
A doppia andatura il semestre in Slovacchia, dove a crescere per il nostro Paese sono solo i valori (+29%), ma di questi tempi c’è di che rallegrarsi. In forte aumento (ma a guardare i prezzi c’è di che riflettere) le forniture ungheresi, a scapito di quelle dei cugini cechi. Buona la performance francese, mentre gli spagnoli sono quasi alla porta.
Uno sguardo al piccolo mercato ungherese, anch’esso in riduzione nel primo semestre dell’anno (-16%), con l’Italia leader della classifica e in decisa crescita (+24% a valore e +45% a volume), a discapito dei prezzi, tagliati del 15% in media. Gli altri fornitori per ora sono tutti sotto per valori piuttosto importanti
Fonte: Corriere Vinicolo su istituti di statistica dei Paesi interessati
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