Le già allarmanti previsioni vendemmiali dell’Instituto Nacional de Vitivinicultura (INV), rilasciate a febbraio scorso (ne avevamo parlato qui), hanno visto una conferma al ribasso. Nemmeno i 2 milioni di tonnellate d’uva già ipotizzati sono stati raggiunti.
Quella del 2016 è dunque forse la peggior vendemmia argentina di sempre. È stato soprattutto il clima avverso (in particolare gli effetti di El Niño e la grandine), oltre ad una maggior incidenza della tignola della vite e di altre patologia legate a un’annata particolarmente umida, a pregiudicare il risultato finale.
Si stima ora che nelle cantine argentine siano giunti circa 17.444.977 quintali di uva, quantità che pone la vendemmia 2016 all’ultimo posto tra quelle degli ultimi 56 anni (quello del 1960 è tuttavia probabilmente solo il primo dato statistico disponibile).
A questo proposito Carlos Tizio, presidente dell’INV, ha chiarito che la discrepanza tra le previsioni di febbraio e gli effettivi risultati non è frutto di un errore tecnico di calcolo, bensì delle diverse problematiche occorse e perdurate nei vigneti dalla data delle stime al raccolto.
Nella provincia di Mendoza sono stati raccolti 10.260.149 quintali d’uva (ne erano stati previsti tra i 12 e i 13 milioni), in quella di San Juan 5.978.566 (qui le previsioni, tra i 5,6 e i 5,9 milioni di quintali sono state confermate), nella provincia di El Rioja raggiunti 732.619 quintali, in quella di Salta y Catamarca 279.569 quintali, in Rio Negro y Neuquén 186.751 quintali; nel resto del paese sono stati vendemmiati nel complesso altri 7.423 quintali d’uva.
FEB
Devi essere connesso per inviare un commento.