Secondo l’Instituto Nacional de Vitivinicoltura (INV) del governo argentino, la vendemmia 2023, già cominciata da un paio di settimane, in anticipo sulla media degli ultimi anni, porterà nelle cantine del paese sudamericano ancora meno uva di quanto raccolta nella “costosa e contenuta” vendemmia 2022.
Le stime di inizio vendemmia, rilasciate nei giorni scorsi, ipotizzano un raccolto di 15,354 milioni di tonnellate, che equivarrebbero a un calo del 21% sull’anno precedente (nel quale vi era già stato un calo del 13% sul 2021).
La diminuzione del raccolto prevista per la regione di Mendoza, la più importante per produzione di tutto il paese, è del 23%: si stima infatti un raccolto 2023 di 10,13 milioni di tonnellate. In altre regioni, meno produttive in termini di quantità, i cali potrebbero essere addirittura maggiori (-52% stimato per Sur del País; – 44% per Catamarca). La qualità appare al momento invece buona.

Secondo quanto dichiarato da Martín Hinojosa, presidente dell’INV, insieme alle contingenze climatiche, la diminuzione della superficie vitata nel paese e la mancanza di acqua per l’irrigazione porteranno l’Argentina a una delle vendemmie più piccole degli ultimi anni.
FEB