Un nuovo poderoso balzo ha consentito alle cantine spagnole di superare il Cile e di divenire ufficialmente il terzo fornitore di vino in bottiglia in Cina. Ammontano infatti a oltre 300 milioni di yuan (50 milioni di dollari circa) le forniture di vino in provenienza dalla Spagna che hanno varcato la frontiera cinese, il 41% in più rispetto al corrispondente periodo del 2012, per un volunme di circa 16 milioni di litri (+40%). Le migliori percentuali di crescita in assoluto nel sestetto di testa, che chiude con Italia quinta e Usa (gli unici in calo in volume).
La cavalcata spagnola, inoltre, è destinata ad avere ancora fiato, dal momento che Pechino e Madrid hanno recentemente siglato un accordo di cooperazione proprio sul commercio di vino, teso a migliorare la qualità degli scambi. I vini spagnoli hanno cominciato la loro avventura in Cina dal basso: ingenti quantità di sfuso nei primi anni Duemila, seguite da una lenta e per certi versi difficile riqualificazione dell’offerta, che li ha portati al risultato odierno, dopo che nel 2012, per la prima volta, l’imbottigliato era arrivato a circa il 40% del totale export. Vero è che le bottiglie spagnole sono ancora quelle più economiche sul mercato (19 yuan/litro il “biglietto” d’ingresso, circa 3 dollari, contro i 31 yuan della Francia – 5 dollari – e i 27 dell’Italia), ma sono anche quelle che hanno alle spalle ingenti volumi di prodotto bulk da travasare in vetro e a prezzi decisamente più abbordabili per un mercato che sta divenendo sempre più selettivo.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Dogane cinesi
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