Nel board meeting tenutosi a Epernay lo scorso 20 luglio, il Comité Champagne (Comité interprofessionnel du vin de Champagne – CIVC) ha stabilito per il 2022 una resa massima commerciabile di 12.000 kg/ha per la vendemmia 2022 (qui il comuniato stampa). Si tratta della resa più alta consentita dal 2007, e quindi da quindici anni a questa parte. Com’è noto (ne avevamo parlato anche qui) la resa viene stabilita in funzione dell’andamento del mercato ed oggi il momento è particolarmente favorevole per lo Champagne. Dopo il calo del mercato dovuto alla pandemia del Covid-19 nel 2020 (-18%) e dopo un 2021 in cui la ripresa delle vendite ha dovuto fare i conti con un raccolto dimezzato da gelo, grandine e muffe, oggi la situazione appare particolarmente favorevole per gli affari di vigneron e maison. Nel primo semestre 2022 le spedizioni totali hanno raggiunto quota 130 milioni di bottiglie, il +13,8% rispetto ai primi sei mesi dell’anno passato: le esportazioni hanno totalizzato 79,6 milioni i bottiglie (+16,8%), mentre le vendite in Francia un aumento del 9,3% fino a 50,3 milioni di bottiglie.
La riunione di Epernay è stata anche occasione per introdurre un nuovo strumento di equilibrio del mercato. Si tratta de la sortie différée de réserve, lo sblocco quindi differito della riserva generata negli anni precedenti che prevede la possibilità per i produttori di generare ed attingere ad un credito qualora il quantitativo della raccolta più riserva si rivelassero insufficienti per raggiungere la resa commerciabile stabilita per l’annata. Tale “serbatoio”, gestito dal Comité, potrà essere utilizzato nei tre anni successivi, man mano che la riserva viene rifornita, con l’obiettivo di dare la possibilità agli stessi produttori di raggiungere la resa commerciabile annua e garantire così l’equilibrio del mercato.
FEB