Una ricerca condotta presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Salerno ha coinvolto un campione di mille consumatori italiani circa la propensione all’acquisto vino in contenitori alternativi alla bottiglia di vetro. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul numero di ottobre 2020 del Journal of Cleaner Production nell’articolo: Carmen Ferrara, Veronica Zigarelli, Giovanni De Feo, Attitudes of a sample of consumers towards more sustainable wine packaging alternatives, Journal of Cleaner Production, Volume 271, 2020 (qui l’abstract).
L’indagine suggerisce che tra i consumatori italiani c’è ancora un marcato scetticismo nei confronti del vino confezionato in contenitori alternativi: il 91% dei rispondenti al sondaggio proposto dai ricercatori di Salerno sembra non essere disposto ad acquistare vino in contenitori diversi dalla bottiglia di vetro, principalmente per il fatto che considera i contenitori alternativi non adatti al confezionamento del vino. Una volta informato del fatto che, per la maggior parte dei vini, il confezionamento in contenitori alternativi non altera la qualità del prodotto e ancora sul fatto che tali metodi di confezionamento sono particolarmente sostenibili, il 62% degli intervistati ha successivamente dichiarato di essere disposto a rivalutare l’acquisto di vino in contenitori diversi dal vetro. La ricerca sottolinea anche che quest’ultima frazione di consumatori disposti al cambiamento è composta in particolare da consumatori che dichiarano di bere meno di un bicchiere di vino al giorno, e quindi da una fetta di consumatori che, secondo i ricercatori di Salerno, sarebbe meno influenzata da caratteristiche del vino quali il produttore, il paese d’origine e le informazioni in etichetta, e altresì da caratteristiche della bottiglia in vetro, quali peso, forma e colore. Questo studio preliminare ha dunque individuato e caratterizzato una frazione “meno tradizionalista” di consumatori di vino e di conseguenza più aperta al cambiamento.
La ricerca si colloca sulla scia di altri studi condotti da Giovanni De Feo e Carmen Ferrara che, applicando al settore del packaging del vino la metodologia del Life Cycle Assessment (LCA), indagano la sostenibilità di imballaggi alternativi per il vino quali il cartone asettico (il brik), il bag-in-box, le bottiglie in vetro riutilizzabili e le bottiglie in PET multistrato.
FEB