Chi può veramente dirci che vino ci piace? Nessuno con sicurezza, tuttavia Vinome una start-up californiana, con sede ad Healdsburg, sta lavorando a un singolare progetto che mette in relazione l’analisi del DNA di un consumatore con i suoi gusti in fatto di vino. Di questa stravagante tecnica ha parlato nei giorni scorsi The Drinks Business, riportando anche le perplessità in merito di un noto genetista.
Chi fosse incuriosito da questa possibilità può mandare un campione della propria saliva ai laboratori di Vinome, che provvederà a farne un analisi del DNA, raccogliendo dati che processati attraverso un apposito algoritmo, restituiranno la mappa del gusto enoico del consumatore. Il servizio, tra analisi, elaborazione dei dati e invio di una bottiglia di vino, ha il costo di circa 164 dollari per i clienti statunitensi.
Vinome ha inoltre da poco siglato un accordo di collaborazione con Helix, la più grande società al mondo per l’analisi del DNA.
Interpellato in merito a questo servizio, Jim Evans, genetista dell’Università del Nord Carolina, ha espresso forti perplessità: non ci sarebbero infatti ancora sufficienti conoscenze sulla genetica del gusto per proporre una soluzione di questo tipo.
FEB
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