Inauguriamo con questo breve articolo una serie di mini-speciali dedicati all’Africa, continente su cui da alcuni anni si sono accesi i riflettori di grandi gruppi multinazionali, francesi in particolare, che grazie al traino di prestigiose marche di liquori e superalcolici, stanno penetrando velocemente il mercato, prima con lo Champagne, ma ora anche con i vini in bottiglia.
Il più grosso mercato del vino in assoluto è oggi la Nigeria, con 30 milioni di litri importati di vino fermo e oltre 3 di spumanti, per un valore che supera gli 80 milioni di dollari, di cui 36 di spumanti.
La Nigeria ha sperimentato nel corso dell’ultimo decennio una vera e propria esplosione delle importazioni di vino, che nel 2000 non arrivavano neanche al mezzo milione di litri: il record si è toccato nel 2008, con un volume di 38 milioni di litri di vino in bottiglia, poi dimezzati l’anno seguente e una ripartenza decisa già dal 2010.
Le cifre sono di tutto rilievo: nonostante una complessa burocrazia e le alte tasse d’importazione (che possono arrivare all’85% del valore all’origine), i consumi di vino si attestano oggi attorno a un valore di 300 milioni di dollari e le previsioni parlano di un ulteriore aumento di qui al 2015, quando si dovrebbe arrivare a 370 milioni.
Il primo fornitore di vino in bottiglia è la Spagna, che fa oltre la metà del mercato, seguita da Sudafrica, Francia e Italia, al 6% di quota.
Sugli spumanti, netto è invece il predominio francese: 25 milioni di dollari sui 36 totali. A lunga distanza seguono Spagna e Italia, scalzata l’anno scorso dalla seconda piazza.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Eurostat, dogane nigeriane e associazioni dell’insustria vinicola dei Paesi interessati
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