Effetto energy sull’inflazione di luglio. L’attenuazione della crescita dei prezzi al consumo per gran parte delle categorie merceologiche, più accentuata per i prodotti energetici, ha portato al 3,1% la dinamica tendenziale del caro-vita, dal 3,3% di giugno.
Un fenomeno, per l’appunto diffuso, che non ha escluso questa volta dalla lista dei prodotti “virtuosi” le referenze enologiche, dato che i prezzi al consumo dei vini hanno sperimentato, per la prima volta da aprile 2011, una decelerazione sempre su base tendenziale (il confronto è con luglio 2011) al 3,8%, dal 3,9% di giugno.
Le evidenze statistiche confermano anche la graduale attenuazione della dinamica congiunturale dei prezzi dei vini, già emersa nei mesi scorsi. L’aumento su base mensile ha frenato ancora a un più 0,2%, contro lo 0,3% del mese precedente (vale la pena ricordare che una crescita di soli due decimi di punto non la si vedeva dallo scorso gennaio). E se il quadro resta composito, considerando che qualche ulteriore tensione si è riproposta quest’estate per i vini da tavola, le condizioni generali sembrano al momento fugare scenari peggiorativi, in termini inflazionistici, per i prodotti vinicoli, che dovrebbero al contrario stemperare (trasporti permettendo) le tensioni, per lo meno alla fase al consumo. Per i prezzi alla produzione si tratterà invece di verificare l’effettiva “portata” della nuova vendemmia.
Esaminiamo più a fondo l’evoluzione dei prezzi nel mese di luglio per meglio comprendere le differenze tra le diverse tipologie di prodotto. Rispetto a giugno i vini da tavola hanno spuntato al consumo 4 decimi di punto, il doppio della media del settore. Più 0,3% per le etichette di qualità, mentre è stata crescita zero per gli spumanti, che a giugno erano invece rincarati in un mese dello 0,4%.
Al top (+5,3%) l’aumento annuo dei vini da tavola, contro il +3,2% tendenziale delle denominazioni d’origine e il 3,1% delle bollicine.
Da segnalare che oltre ai prodotti vinicoli anche le birre hanno fatto segnare a luglio una lieve decelerazione del tasso annuo di crescita, al più 2,2% (era al 2,3% a giugno), mentre gli spirits hanno confermato lo stesso ritmo di marcia del mese precedente (+2,7%).
Non è escluso che i prezzi, soprattutto di quelle referenze (incluse le enologiche) più soggette all’evoluzione dei costi di trasporto, possano tornare a subire qualche effetto inflattivo legato alla componente energetica. Le condizioni del mercato e, soprattutto, l’evoluzione negativa dei consumi nazionali lasciano però presagire per i prodotti vinicoli uno scenario di graduale rientro delle tensioni, anche in considerazione delle più caute prospettive di vendita sui circuiti internazionali.
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