Rischiamo seriamente di stare alla finestra e di subire decisioni prese da altri. Così, Mario Catania, intervenuto ieri al Cda di Unione Vini, ha sintetizzato il penoso scenario che si presenterà l’anno prossimo quando sarà tempo di stringere sul bilancio europeo e sulla Pac.
A febbraio, l’8, quanto Bruxelles deciderà l’allocazione dei budget per il 2014/20, l’Italia sarà non solo senza governo, ma si starà preparando per le elezioni, mentre a marzo, quando sarà il turno della Pac, forse avremo appena insediato il nuovo esecutivo. “Un vero peccato – ha commentato Felice Assenza, dirigente della Direzione generale delle politiche comunitarie del Mipaaf – per due motivi. Primo, è la prima volta in assoluto che l’Europa inserisce i rappresentanti dell’agricoltura nella discussione sul bilancio dell’Unione. Secondo, il presidente Monti, ben informato dal ministro Catania, ha fatto un egregio lavoro per sensibilizzare Bruxelles sull’esigenza di mantenere il budget per il settore agricolo. Rischiamo, non partecipando ai lavori in maniera autorevole, come compete al nostro Paese, di lasciare il lavoro a metà e di subire decisioni prese da altri”.
Già, forse questa cosa andrebbe spiegata al segretario del Pdl, Angelino Alfano, che ha dichiarato sorridente che votare a marzo o febbraio non fa nessuna differenza. Fa differenza invece arrivare alle urne senza un governo che nel frattempo abbia avuto la possibilità di portare a termine gli impegni che si era assunto.
(nella foto, da sinistra, Felice Assenza, Lucio Mastroberardino e Mario Catania)
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