La fissazione di un prezzo minimo per i pannelli solari cinesi che riesca a riequlibrare il mercato e a portare a prezzi sostenibili per tutti. Questa l'”amichevole soluzione” trovata tra Cina e Unione europea per chiudere definitivamente la questione sul lato del fotovoltaico, che tanto mal di pancia aveva provocato alla Germania, e – si spera – anche sul lato del vino, utilizzato dalle autorità cinesi come arma ricattatoria per fare pressioni sull’Europa, in particolare sulla Francia.
Lasciando i dettagli al comunicato diffuso dal commissario europeo Karel De Gucht, non possiamo che sperare che adesso il governo cinese smonti il castello dell’indagine antidumping e antisussidi sulle imprese europee del vino, a causa del quale oltre 1.000 aziende italiane e 3.000 francesi hanno dovuto compilare complicati form in cinese che sono stati inviati ai due organismi statali competenti per la materia.
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