Maggio riporta in basso l’asticella dei prezzi al consumo in Italia. Il mini rimbalzo di aprile, che aveva visto il l’inflazione risalire allo 0,6% (dallo 0,4% di marzo) è stato riassorbito a maggio da un calo dei prezzi dello 0,1% mensile che ha spinto il tendenziale, dato dal confronto con lo stesso mese dell’anno precedente, al +0,5%.
Una correzione – spiega l’Istat – principalmente ascrivibile alla decelerazione della crescita annua dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti e all’accentuarsi della diminuzione dei prezzi degli alimentari non lavorati.
Nel food, più in generale, le evidenze di maggio, al netto delle bevande alcoliche, segnalano un ribaltamento della dinamica tendenziale dei prezzi. Uno scenario adesso palesemente deflattivo certificato, il mese scorso, da una flessione dei prezzi dello 0,2% rispetto a maggio 2013. Da evidenziare che per trovare un valore negativo del tasso tendenziale degli alimentari bisogna risalire al serie storica dell’Istat fino a luglio del 2010.
Altro aspetto da rilevare è il diverso ritmo di marcia tra gli alimentari lavorati, che restano in un percorso inflattivo, pur rallentando dall’1,2 all’1,1 per cento, e i non lavorati che flettono dell’1,7% su base tendenziale.
Per gli alcolici le rilevazioni di maggio confermano la decelerazione dei prezzi, con l’ultimo dato che restituisce su base annua un incremento del 2,3% (minimo dal settembre 2011) contro il più 2,7% di aprile.
Rompono la soglia di resistenza del 3% i vini, i cui prezzi al consumo viaggiano adesso a un ritmo annuo del +2,9% (minimo da gennaio 2012), dal 3,4% di aprile. Il reparto enologico è interessato da una fase di progressivo rientro dell’inflazione ormai da sei mesi consecutivi, riflettendo nella decelerazione dei prezzi al consumo il forte ripiegamento delle quotazioni sui mercati alla produzione, che scontano in questa fase ribassi attorno al 20%.
Nel dettaglio, frenano dal 4,3 al 3,5 per cento i prezzi retail dei vini da tavola e dal 3,1 al 2,8 per cento le denominazioni d’origine. Rallenta anche la dinamica tendenziale degli spumanti, che dal +2,5% di aprile si è portata a maggio al 2,4%.
Tra gli alcolici, i vini rappresentano al momento la categoria con le maggiore propensione disinflattiva. Gli spirits hanno infatti decelerato di un solo decimo di punto (la variazione annua dei prezzi al consumo è scesa a maggio al +2,5%, dal 2,6% del mese precedente), mentre le birre hanno confermato lo 0,9% tendenziale di aprile, spuntando in un mese un più 0,2% (+0,1% gli spirits), contro una variazione nulla su base mensile nel comparto dei vini. p.f.
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