In linea con la stima flash l’inflazione di giugno scende allo 0,3%, testando il minimo dall’autunno 2009, quando si era nel pieno della crisi economico-finanziaria. Un dato preoccupante, a giudizio degli analisti, che prefigura scenari deflazionistici su diversi fronti, ad iniziare dagli alimentari, che per il secondo mese di fila hanno chiuso in territorio negativo. Per food & beverage, alcolici esclusi, l’Istat segnala una flessione annua dei prezzi dello 0,6%, tre volte più accentuata rispetto al calo certificato nel mese di maggio (-0,2%).
Una caduta, tuttavia, che riflette unicamente la dinamica negativa dei prezzi al consumo nel reparto del fresco, quello cioè soggetto a maggiore volatilità, con riduzioni tendenziali (su base annua, ndr) che per l’insieme degli alimenti non lavorati hanno toccato in media il 2,9%, contro il più 0,9% dei lavorati, comunque in frenata rispetto a maggio.
Per le bevande alcoliche i dati di giugno confermano la decelerazione dell’inflazione in atto ormai da diversi mesi. Dal 2,3% di maggio la dinamica tendenziale dei prezzi al consumo ha ritracciato a un più 2,2%, cedendo un altro decimo di punto.
Un andamento esclusivamente imputabile al reparto enologico, che ha frenato al 2,6%, dal +2,9% di maggio. Se si percorre a ritroso la serie storica il processo disinflattivo in atto nel comparto vinicolo appare ancora più accentuato, considerando che nell’ultimo trimestre del 2013 la crescita dei prezzi superava abbondantemente il +5% (adesso è quasi la metà).
Il dato complessivo rilevato per l’insieme delle referenze enologiche incorpora variazioni tendenziali del 2,9% per i vini da tavola (dal +3,5% di maggio) e del 2,7% per le denominazioni d’origine (+2,8%). Si riducono le pressioni inflazionistiche anche sul circuito degli spumanti, con il +2,1% di giugno che si rapporta al 2,4% di maggio.
Sempre in relazione agli alcolici, contrariamente a quanto rilevato per l’aggregato vinicolo, crescono le pressioni inflattive nei reparti birre e spirits, che accelerano rispettivamente al 2,6 e all’1,1 per cento (dal +2,5 e +0,9 per cento di maggio).
In generale, rileva l’Istat, il calo dell’inflazione di giugno, oltre alla diminuzione dei prezzi degli alimentari non lavorati, incorpora un’attenuazione della crescita annua dei prezzi dei beni energetici non regolamentati e dei servizi per l’abitazione. Si ampia anche il differenziale inflazionistico tra beni e servizi, con i primi in calo dello 0,3% e i secondi in aumento dello 0,8%.
L’inflazione acquisita per il 2014 resta ancorata allo 0,3%. Un dato tecnico calcolato nell’ipotesi, poco probabile, che l’indice non subisca più variazioni da qui a fine anno. p.f.
Devi essere connesso per inviare un commento.