Dopo un bimestre in terreno negativo i prezzi al consumo tornano a ottobre sopra la linea dello zero. Il termometro dell’inflazione, secondo l’Istat, segna adesso un più 0,1%, lo stesso dato di luglio. Ma non è escluso un ritorno alla deflazione, che potrebbe anzi materializzarsi già nei prossimi mesi. E questo non solo in relazione a un andamento dei consumi ancora asfittico, ma anche in prospettiva di ulteriore raffreddamento dei prezzi nel comparto energy associato al brusco calo del greggio, con il Brent, benchmark europeo, sceso ormai stabilmente sotto la soglia di 80 dollari al barile.
Come spiega l’Istituto nazionale di statistica, la mini ripresa dell’inflazione sperimentata a ottobre è ascrivibile essenzialmente al ridimensionamento delle flessioni tendenziali dei prezzi dei beni energetici regolamentati, con un ruolo determinante del gas naturale. Un fattore contingente destinato, con tutta probabilità, ad esaurirsi rapidamente, considerando che l’intera componente non regolamentata degli energetici ha agito in senso contrario.
Torna il segno più sui prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche che, rispetto a ottobre 2013, segnano un aumento dello 0,1%, contro un tendenziale negativo dello 0,1% rilevato a settembre.
Resta invece inflattivo, ma frena bruscamente, il reparto degli alcolici. Adesso i prezzi di spirits, vini, birre e apertivi crescono a un tasso annuo dell’1,2%, ma a settembre il confronto con lo stesso mese dell’anno precedente restituiva un più 1,6%.
Per gli alcolici l’inflazione è ai minimi da aprile 2011. Stessa evidenza per l’insieme delle referenze vinicole, che nel complesso spuntano al consumo l’1,2%, contro il +1,7% di settembre.
I vini da tavola dimezzano la dinamica tendenziale: era all’1,4% a settembre ma si è portata adesso al più 0,7%. Meno brusco il rallentamento per le etichette a denominazione d’origine e gli spumanti, che su dodici mesi aumentano dell’1,2 e dell’1,9%. A settembre i rincari erano però più evidenti: dell’1,7% per i vini di qualità e del 2,1% per le bollicine.
Su base mensile le rilevazioni dell’Istat segnalano per l’intero reparto enologico una crescita zero, a fronte di un più 0,1% dell’indice generale dei prezzi al consumo.
Non è escluso che, da qui a 5-6 mesi, la dinamica dei prezzi al consumo dei vini possa consolidarsi, incorporando i rincari già in atto alla fase alla produzione. Nel mese di ottobre, secondo l’Ismea, le quotazioni dei vini franco cantina hanno spuntato un aumento dell’1,5%. Ma già a settembre, dopo un esito vendemmiale fortemente negativo, i prezzi era già risaliti dello 0,8%. Le previsioni sono per un ulteriore rafforzamento di questa tendenza.
p.f.
Devi essere connesso per inviare un commento.