Riparte a maggio l’inflazione, interrompendo una striscia negativa iniziata a gennaio e protrattasi per quattro mesi consecutivi. L’Istat, nella stima preliminare, aveva dato per acquisita una crescita dei prezzi al consumo dello 0,2% sul maggio dell’anno scorso. Ma il dato definitivo, rilasciato a metà giugno, ha rivisto a un più 0,1% l’aumento, ribaltando comunque la dinamica negativa di aprile (-0,1%).
Al netto di alimentari non lavorati e beni energetici, l’inflazione “core”, quella cioè depurata delle componenti più volatili, si è portata il mese scorso al +0,6%, dallo 0,3% di aprile, mentre i prezzi dei prodotti a più alta frequenza di acquisto hanno fatto segnare un incremento dello 0,3%.
In questo contesto non più deflattivo le bevande alcoliche hanno accelerato al +0,9% (l’inflazione di reparto era allo 0,8% ad aprile). Vini e spirits hanno contribuito a rialzare la colonnina di mercurio dei prezzi, mentre le birre, dopo il balzo in avanti di aprile all’1,3%, hanno ritracciato all’1%.
Mediamente i prezzi retail per l’insieme dei prodotti enologici sono rincarati dello 0,1% a distanza di un mese e dello 0,6% su base annua. Una dinamica, quella tendenziale, ancora limitata a pochi decimi di punto, che si rapporta però ad aumenti dell’1,6% per liquori e superalcolici e al +1% già segnalato per le birre.
L’unico elemento di novità nel reparto vinicolo è l’inversione (la prima da 17 mesi) della fase discendente dei prezzi iniziata a novembre 2013 e protrattasi fino ad aprile scorso.
Un percorso disinflattivo interrotto a maggio da un’accelerazione dei prezzi dei vini al +0,6%, contro lo 0,5% di aprile. A invertire al curva sono state unicamente le denominazione d’origine, rincarate in un anno dello 0,8%. Le altre due componenti dell’indice mantengono invece una netta divaricazione delle rispettive tendenze, con gli spumanti in aumento dell’1,3% su maggio 2014 (+1,4% ad aprile) e i vini da tavola ancora in territorio negativo (-0,2%, dal meno 0,3% di aprile.)
Alle bottiglie di pregio i dati Istat attribuiscono la dinamica più sostenuta su base mensile, con il più 0,2% dei vini di qualità che si rapporta ad aumenti di un solo decimo di punto sia per gli spumanti che per i prodotti da tavola.
Da rilevare che quella delle bevande alcoliche, includendo però i tabacchi, resta, tra le divisioni di spesa, la più inflattiva, con un 3,2% di crescita tendenziale, nonostante i modesti rincari del reparto enologico. Significativi, ma nettamente più attenuati, gli aumenti sui capitoli istruzione (+1,8%) e servizi ricettivi e di ristorazione (+1,1%), con variazioni ben al di sopra del tasso di inflazione anche per alimentari e bevande analcoliche (+1%). p.f.
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