I dati parlano chiaro: la disinflazione è un fenomeno ormai conclamato in Italia, con la dinamica dei prezzi al consumo di marzo precitata al +1,6%, dall’1,9% di febbraio. Si tratta del sesto rallentamento consecutivo del caro-vita certificato dall’Istat. Complice la recessione, che anche quest’anno porterà indietro la lancetta del Pil, e il brusco dietro front dei consumi, fattori che stanno frenando di mese in mese la marcia dei prezzi al consumo, prefigurando, nella peggiore delle ipotesi, anche scenari deflattivi.
La lettura dei dati restituisce tuttavia un quadro immutato per l’inflazione alimentare (comprensiva delle bevande analcoliche), con la crescita annua dei prezzi “congelata” al +2,4%.
Per gli alcolici l’inflazione di marzo ha invece accelerato al più 3%, dal 2,8% di febbraio, con il reparto dei vini ancora additato come il principale responsabile dello scatto in avanti dei prezzi.
Per l’insieme dei prodotti enologici, in effetti, le risultanze di marzo documentano un’inflazione al 4,1% (era al +4% a febbraio), il livello più elevato da quattro anni. Anche per spirits e birre, tuttavia, le rilevazioni dell’Istat riportano un’accelerazione rispettivamente all’1,6 (+1,4% a febbraio) e all’1,2% (+1,1%).
Un comparto, dunque, quello delle bevande alcoliche, in netta controtendenza rispetto alla dinamica generale. Nel caso dei vini, in particolare, i prezzi al consumo continuano a incorporare le tensioni alle fasi a monte, determinate da una carenza d’offerta sui circuiti nazionali e europei.
Sono ancora i vini da tavola, nell’ambito delle diverse tipologie, a imprimere una spinta al rialzo alle referenze enologiche. Al dettaglio l’Istituto nazionale di statistica rileva una crescita annua dei prezzi del 7,6% a marzo (era la più 7% a febbraio), mentre su base mensile l’aumento è risultato dell’1,3%.
Resta ancorato al +2,2%, a marzo, il tasso tendenziale dei prezzi dei vini di qualità, mentre gli spumanti accelerano al +2,3%, dal 2,2% di febbraio. L’evoluzione mensile segnala per entrambe le categorie aumenti rispettivamente dello 0,3 e dello 0,5 per cento, decisamente più moderate rispetto alla dinamica congiunturale dei vini da tavola.
Ad attenuare le spinte inflazionistiche a marzo ha contribuito in maniera decisiva il comparto energy, con le divisioni “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” e “Trasporti” in forte decelerazione rispetto alla dinamica tendenziale di febbraio.
I prezzi della benzina dal più 3,3% di febbraio hanno frenato il mese scorso al più 1,1% (entrambe le variazioni sono calcolate rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). Negativa (-0,5%) la dinamica annua dei prezzi del gasolio, che a febbraio segnavano invece un più 1,3%.
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