Le vendite di spumante in Usa continuano a galoppare. Nel primo semestre dell’anno, nel settore off-premise monitorato da Nielsen (il 70% del totale), il mercato ha sfiorato i 700 milioni di dollari di acquisti, per una crescita rispetto al corrispondente periodo del 2014 dell’11%, con volumi saliti del 9%, a 5 milioni di casse. Straordinaria la performance del Prosecco, che macina un aumento del 40%, per un valore di quasi 100 milioni di dollari, ormai a un passo dallo Champagne (anch’esso comunque in crescita del 10% a 132 milioni di dollari).
Buona la performance dei Cava (+6%), così come degli spumanti rosati(+14%), mentre in recupero le vendite di Moscato spumante (non necessariamente italiano, ovviamente).
Un ideale supermercato americano oggi guadagna le stesse cifre tra spumanti made in Usa e importati: 328 milioni di dollari dalle bollicine californiane, 345 da quelle estere, mentre i volumi sono a favore degli americani, che hanno dalla loro un prezzo di 7 dollari inferiore alla bottiglia.
Proprio parlando di prezzi, anche qui come per i vini fermi (leggi l’aggiornamento di giugno) l’upgrade del mercato è di tutta evidenza: piccole performance per gli spumanti in economy, con addirittura calo per quelli tra 6 e 8 dollari la bottiglia, e crescite a due cifre per quelli sopra gli 8 dollari, con la fascia 10-14,99 (dove milita la media dei Prosecchi) best performere del mercato, a +16% in valore e +14% in volume.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Nielsen Usa. Tabelle non riproducibili
Spumanti in Usa, il Prosecco a un passo dallo Champagne

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