“Non importa la nazionalità del cliente che sceglie di gustare la mia carne al Louie Mueller, la missione è creare un collegamento fraterno, attraversare le culture per unirle, regalare un’esperienza culinaria che abbia come cardine la condivisione”. Apre così il suo intervento ad Expo 2015 nel Padiglione USA Wayne Mueller, esperto texano di barbecue e vincitore del premio della fondazione James Beard nel 2006.
Il barbecue è senza dubbio una delle tradizioni più radicate in America, ogni cuoco apporta le sue modifiche in base al gusto personale, non esiste di conseguenza un’unica ricetta possibile. Allora vien da chiedersi: qual è il segreto che porta ogni giornalista in ambito gastronomico a far la fila al Louie Mueller? Porzioni abbondanti, dalle quattordici alle quindici ore di cottura del petto su legno di quercia bianca, sale e pepe, questa è la ricetta vincente con la quale Mueller si contraddistingue dagli altri, e che rende il sapore della sua carne unico e inimitabile. La semplicità abbraccia dunque la qualità, ed insieme danno vita ad un’emozione che si ritrova in ogni singolo boccone.
L’abbinamento principe “all’americana” con la sua carne varia dalla birra artigianale a del buon whisky, ma capita di scegliere anche del vino rosso. Come? “Dipende dal legno che decido di usare durante la cottura, dall’aroma che esso rilascia, dall’acidità e dalla struttura del vino che più esalta il piatto, in base a ciò scelgo”.
Il mondo mediatico dà la possibilità di conoscere piatti molto lontani, l’esempio lampante è proprio questo, il successo per Wayne Mueller è arrivato per caso ma senza dubbio non a caso.
Carolina Remo