La svalutazione del rublo potrebbe presto incidere pesantemente sulle esportazioni di vino italiano (ed europeo) in Russia. Si evince dalla notizia, riportata questa settimana nella newsletter Trend e Mercati sui mercati della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) di Russia24, quindicinale a cura di Banca Intesa San Paolo in collaborazione con Il Sole 24 ORE, secondo la quale, proprio in funzione dello svantaggioso cambio rublo – euro, gli importatori russi di bevande alcoliche avrebbero in programma di aumentare già da questo mese i prezzi tra il 15 ed il 25%. Se già, infatti, la domanda di alcolici importati è oggi in calo nell’ex paese sovietico (-35-45% quest’anno secondo gli attori locali del mercato), l’aumento dei prezzi al dettaglio, conseguente a quello dei prezzi all’ingrosso, porterà molto probabilmente a una nuova diminuzione delle vendite.
Simple Group, tra i più importanti importatori di vino italiano in Russia, ha ritoccato dai primi giorni di settembre i suoi listini del 15% visto che, come dichiarato dal suo presidente Maksim Kashirin: “i prezzi correnti si basavano su di un tasso di cambio pari a 60 rubli per euro, ora li sposteremo ad un livello di circa 70 rubli per euro, anche se il tasso di cambio è già più elevato.” Altri importatori avrebbero annunciato che presto aumenteranno i prezzi fino al 25% (è il caso ad esempio dell’importatore Moro), altri ancora hanno invece in programma di annullare tutte le promozioni già pianificate nelle catene di supermercati.
Secondo la valutazione del Center of Research of the Federal and Regional Alcohol Markets (TSIFFRA) un aumento dei prezzi all’ingrosso del 15% potrebbe portare a una crescita di quelli al dettaglio tra il 20 e il 30%, a seconda del numero degli intermediari tra importatore e dettagliante.
FEB
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